Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, conversando con i giornalisti a margine della tre giorni dei circoli della “’Nuova Italia”, a Roma, si è detto convinto della necessità di ricorrere al più presto allo strumento delle primarie per stabilire chi sarà il futuro candidato premier del centrodestra. Formigoni è partito della considerazione che il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha fatto presente che Berlusconi non si ricandiderà. Significa che i tempi stringono. Anche perché secondi Formigoni passerà il referendum per riformare la legge elettorale «quindi immagino che le elezioni nel 2012 siano la probabilità più vicina». Per questo, le primarie andranno fatte, al massimo, entro gennaio dell’anno prossimo. Poi, riferendosi a quanto affermato dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, e alla sua apertura alla riforma della legge elettorale, ha aggiunto: «Mi fa piacere l’annuncio fatto da Alfano, la legge elettorale doveva essere riformata da tempo, non possiamo più permettere di mandare in Parlamento e nei consigli regionali persone nominate dall’alto».



Secondo l’inquilino del Pirellone, il concetto cardine dal quale partire nell’ottica di rinnovamento del Pdl è che il popolo possa scegliere chi va in Parlamento, con la reintroduzione delle preferenze. «I nostri elettori ne hanno piene le tasche di parlamentari nominati e non scelti». Parlando del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e della sua assenza in Aula mentre i deputati votavano sulla richiesta di arresto per il suo ex braccio destro, Marco Milanese, accusato di corruzione e di finanziamento illecito ai partiti, ha spiegato che «anche la riunione del Fmi era importante», riferendosi alla missione alla quale stava partecipando con il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «Sarebbe stato un grave errore lasciare la sedia vuota a Washington. Anche se – ha aggiunto – è stato notato che si poteva prendere l’aereo successivo». Poi, gli ha dedicato una stoccato, ricordando che, benché sia un’intelligenza sopraffina, deve rispettare la collegialità all’interno della maggioranza. «Deve accettare che il direttore d’orchestra sia Berlusconi. E’ Berlusconi incaricato di suonare i pezzi, poi i virtuosi nell’orchestra emergono sempre».



Il governatore lombardo, infine, ha avvisato: la maggioranza formale, a meno che presto non avvengano un sostanziale cambiamento, potrebbe non bastare a mantenere in vita il governo sino alla scadenza della legislatura, nel 2013. «Non credo che non basterà la legittimità formale a governare che ci è data dall’avere la maggioranza di deputati e senatori. I nostri elettori di questa legittimità formale cominciano a non sapere più cosa farne».

 

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