Intervenendo telefonicamente alla festa del Pdl di Cuneo il premier Berlusconi ha garantito che la legislatura arriverà sino al suo termine naturale. Non ci saranno, quindi, governi alternativi prima del 2013. «Ogni giorno ci chiedono un passo indietro. Stiano tranquilli perché non possiamo andare dietro alle aspettative dei media e dell’opposizione. Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento che io escludo», ha dichiarato. Passando in rassegna l’attuale situazione, si è detto convinto della necessità di tornare ad essere un Paese civile; ciò che, in questo momento non lo rende tale sarebbe, tra le altre cose, la persistente percezione di vivere in uno Stato di polizia, dove lo Stato, invece di tutelare la libertà delle persone è un’entità che la fa limitata. Il riferimento è alle intercettazioni e al fatto che qualunque cittadino, nel momento in cui parla al telefono, sa che qualcuno potrebbe essere in ascolto. Per questo Berlusconi ha annunciato che, prima della fine della legislatura, il governo varerà le riforme mancate, a partire da quelle della giustizia e del fisco.
«In Parlamento ci accingiamo a fare una straordinaria battaglia per la libertà, che dobbiamo assolutamente vincere». Il premier ha anche accennato alla possibilità di dismissioni del patrimonio dello Stato e dello sblocco delle grandi opere. Poi, ha spiegato perché, ad oggi niente di tutto ciò è ancora stato realizzato, imputando la colpa a Fini e ai finiani. Fino a prima della diaspora dei fedeli del presidente della Camera, infatti, nella maggioranza, ha aggiunto, c’erano persone «opposte». Come va affermando da tempo, a tal proposito il capo del governo ha ribadito che, sebbene la maggioranza oggi sia numericamente inferiore rispetto a quanto ne facciano parte anche gli ex di An rimasti fedeli a Fini, sia politicamente molto più coesa. Oltre alla riforme, ha annunciato che già dalla prossima settimana sarà introdotto un nuovo pacchetto di misure per rilanciare lo sviluppo dopo l a manovra “lacrime e sangue” di queste estate. Manovra che – Berlusconi ci ha tenuto a sottolinearlo – è stata imposta dall’Europa e dalla Bce.
Secondo il presidente del Consiglio, quanto sarà realizzato da qui a un anno e mezzo sarà sufficiente per vincere nuovamente le elezioni. Anche perché, l’opposizione – ha sottolineato – «non ha il nostro stesso credito», resta «sempre nelle mani dei comunisti» e «non ha alcun personaggio credibile con cui si possa anche solo dialogare».