Dopo circa due ore si è concluso il vertice di palazzo Grazioli tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, è stato uno dei primi a lasciare la residenza romana del premier, intorno alle 16. Pochi minuti dopo anche il titolare di via XX Settembre è uscito senza fare commenti. La colazione di lavoro, inizialemente fissata per mezzogiorno, era iniziata alle 14.
Il vertice era atteso. Berlusconi e Tremonti, infatti, non si erano ancora riappacificati dopo il grave “strappo” di settimana scorsa, quando il superministro aveva disertato il voto alla Camera sulla richiesta di arresto a carico del suo ex braccio destro, l’On. Marco Milanese.
Tremonti, che questa mattina è stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri sera è stato ricevuto dallo stato maggiore della Lega Nord, nel quartier generale del Carroccio di Via Bellerio a Milano. Un incontro inusuale (Tremonti infatti è un membro del Pdl), ma non troppo, dato che non è certo un mistero l’esistenza di un asse tra il ministro e la Lega, né l’avversione di gran parte del partito per il ministro. Tra gli esponenti del Popolo della Libertà esiste infatti una “fronda” di anti-tremontiani che non gli perdonano la scarsa capacità di discutere e di collaborare nonché l’assillo delle politiche di rigore a discapito di quelle per lo sviluppo.
Il suo collega Renato Brunetta, con cui in passato non sono mancati violenti scontri, in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni distensive, affinché si possa trovare una mediazione.
«Tremonti – ha dichiarato Brunetta – ha avuto il grande merito di governare i conti pubblici di questo Paese da tre anni e passa. Questo merito se lo è assunto, assumendo anche su di sè l’intera collegialità del governo. Adesso c’è bisogno di norme per la crescita, per dare spinta al Paese: il presidente del Consiglio e l’intero governo chiedono la collegialità, di contribuire a questa strategia. Tremonti non può fare tutto da solo, come ha fatto finora, anche se lo ha fatto bene». 



Parole che gettano acqua sul fuoco in un momento molto delicato per la maggioranza, all’interno della quale in questi giorni si sente parlare di “spacchettamento” del ministero, “cabina di regia” e “ridimensionamento dell’amico Giulio”. «C’è un presidente del Consiglio – ha proseguito Brunetta – che per legge guida e coordina la collegialità del governo, quindi faccia il presidente del Consiglio come è in grado di fare e come deve fare, e tutti gli altri ministri a partire da Tremonti diano il loro contributo».

Leggi anche

Umberto Smaila: “Non si può parlare male di Berlusconi, era straordinario!”/ “Una volta ci esibimmo insieme…”RISULTATI ELEZIONI SARDEGNA 2024/ Ecco cosa cambia per Pd-Conte e il centrodestra