Torna il pericolo di censura ai blog. E’ quanto teme il popolo della Rete e contro cui si sta alzando la protesta bipartisan dei rappresentanti dei partiti. Si tratta del comma 29 contenuto nel decreto legge Alfano sulle intercettazioni. Tale comma considera i blog al pari dei siti di informazione e come tali in caso di notizie che suscitano controversie e di cui venga chiesta la smentita, il blog deve fare rettifica entro 48 ore dalla comunicazione o pagare una multa di 12mila euro. Contro tale comma è già stata organizzata una manifestazione di protesta giovedì a Roma, in piazza del Pantheon organizzata dal Comitato per la libertà e il diritto all’informazione. Tale norma su cui si sta scatenando il dibattito è stata definita “norma liberticida” o anche amamzza blog. Si era già discusso, protestato e manifestato contro tale norma nel 2010: se una persona citata in un blog farà richiesta, avrà diritto alla rettifica senza che il blog possa a sua volta replicare; se il blog in questione non farà così dovrà pagare una multa di 12mila euro. Facebook, Twitter e i maggiori social network sono già sul piede di battaglia, ma anche i politici protestano sia quelli della maggioranza che quelli dell’opposizione. Antonio Di Pietro scrive sul suo blog che si tratta di un insulto alla libertà e alla democrazia, una  misura fascista. Per Paolo Gentiloni, “L’unica conseguenza di una tale assurdità giuridica sarebbe il blocco di fatto di siti, blog e social network”. Ma anche nella maggioranza c’è chi si schiera contro, ad esempio il ministro della gioventù, Giorgia Meloni, che ha commentato che esiste una differenza abissale tra un ragazzo che gestisce un blog da un giornale o una televisione: “Applicare per entrambi la stessa legge è sicuramente un errore”. Il ministro auspica iniziative parlamentari che possano cambiare la norma in questione. Secondo un esperto di diritto dell’informatica, l’avvocato Polimeni, la norma è comunque inapplicabile, perché la e-mail non ha alcun valore legale. E’ solo una legge che vuole solo mettere sotto pressione la gente, dice l’avvocato, mentre invece per le redazioni dei giornali online la notifica può arrivare anche con la normal esposta certificata e dunque la norma può essere applicata.



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