Tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti è giunto il momento del “faccia a faccia”. Si terrà alle 14 a Palazzo Grazioli, come è appena stato comunicato.
L’ultimo “strappo” si era consumato settimana scorsa, durante il voto della Camera sulla richiesta di arresto a carico dell’On. Marco Milanese.
L’assenza del superministro, volato a sorpresa a Washington nel giorno in cui la maggioranza salvava il suo ex braccio destro, aveva indispettito il presidente del Consiglio e numerosi esponenti del Pdl. Un comportamento “immorale”, la definizione che era stata fatta trapelare, senza alcune smentita.
Da quel giorno, secondo i retroscena, Gianni Letta si sarebbe prodigato in una lunga e difficile mediazione. Tra Berlusconi e Tremonti non c’era infatti da colmare una distanza soltanto politica, ma anche umana e caratteriale profonda.
Difficile comunque, come sottolineano i principali commentatori politici, che il governo possa permettersi oggi (anche alla luce delle parole della Cei di ieri) le dimissioni del titolare di via XX Settembre. Una mediazione, in qualche modo, andrà trovata se non si vuole mettere in discussione la sopravvivenza dell’esecutivo.
E sono proprio i panni del mediatore quelli che Umberto Bossi sembra aver indossato ieri sera nell’incontro di Via Bellerio, quartier generale della Lega Nord, con Tremonti, Maroni, Cota e Giorgetti. L’asse del ministro dell’Economia con il Carroccio sembra rinsaldato, se in una situazione come questa Tremonti ha preferito incontrare prima il leader della Lega che il proprio capo partito.
Questa mattina poi Giulio Tremonti è stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A questo punto, l’incontro con Berlusconi non era più rinviabile. Sul tavolo, ancora una volta, la necessità di una sterzata per favorire lo sviluppo, come chiede il premier, e la volontà di non cedere nulla sul piano del rigore da parte del ministro.
Anche sul luogo dell’incontro c’è stata fino all’ultimo una trattativa. Palazzo Chigi, Palazzo Grazioli o via XX Settembre? Anche su questo, simbolicamente, si è giocata una partita nella partita. Nessuno, infatti, voleva giocare fuori casa.
La colazione di lavoro comunque si svolgerà tra meno di mezz’ora a Palazzo Grazioli. Un buon segno per il premier, anche se siamo solo al fischio d’inizio.