Alla Camera, fra qualche minuto, avrà luogo un voto delicato per il governo Berlusconi. L’Aula si pronuncerà infatti sulla mozione di sfiducia, presentata dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori, a carico del ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano. Il ministro è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Una prova quella di oggi che ricorda per certi aspetti quella vissuta dalla maggioranza settimana scorsa, quando l’Aula si pronunciò contro la richiesta di arresto a carico dell’On. Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex braccio destro del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
La Lega Nord comunque ha rassicurato i propri alleati. Voterà contro la mozione, nonostante il disagio della propria base. Il voto sarà palese e i numeri dovrebbero garantire al governo una discreta tranquillità. Il ministro, ex Udc e ora leader del Pdl (Popolari Italia Domani), ad ogni modo, prenderà la parola e proverà a convincere i parlamentari della bontà della sua posizione e delle ragioni per cui non ha presentato le dimissioni.
Romano ha infatti sempre negato ogni addebito e ha appena scritto un libro dal titolo emblematico e provocatorio, “La Mafia addosso”. Il ministro si era anche dichiarato molto dispiaciuto dei rilievi fatti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sull’opportunità politica della sua nomina al posto di Giancarlo Galan.
Anche nella maggioranza, comunque, non mancano le perplessità. «Io voterò la sfiducia a Romano alla seconda chiama. Ma, se il mio voto dovesse essere determinante per far cadere il governo allora, mi turerò il naso per fare vedere quanto è forte la mia contraddittorietà e dirò no alla sfiducia», ha dichiarato il leader del Pri, Francesco Nucara dopo aver incontrato il premier Silvio Berlusconi a  Palazzo Chigi.
Netto il giudizio espresso dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi, all’arrivo a Montecitorio: «Il ministro Saverio Romano non rischia. Andrà giudicato come ministro».
Del parere opposto il leader dell’Idv, Antonio di Pietro: «Alla Camera, su Romano, ci si sta preparando ad un voto di scambio, così come si fa tra i mafiosi. Lui resta al governo e loro in cambio restano attaccati alle loro poltrone. Questa la chiamo collusione… Evidentemente i consigli comunali o regionali si possono sciogliere per mafia, il consiglio dei ministri, no».



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