Marta Cartabia è stata nominata nuovo giudice costituzionale. La notizia è stata diffusa in serata dalle agenzie di stampa, dopo che la decisione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è stata ufficializzata da un comunicato della Presidenza della Repubblica. «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano» si legge nella nota del Quirinale «ha oggi nominato Giudice della Corte Costituzionale in sostituzione della compianta professoressa Maria Rita Saulle, recentemente deceduta, la professoressa Marta Cartabia, ordinario di diritto costituzionale nella Università di Milano-Bicocca». Come di rito, la nomina è stata controfirmata dal premier, Silvio Berlusconi, e notificata ai presidenti delle Camere oltre che al presidente della Corte costituzionale.
«Particolarmente impegnata sulla tematica dell’integrazione dei sistemi costituzionali europeo e nazionali», viene detto del nuovo giudice, «così come sulla materia dei diritti fondamentali nella loro universalità». Di certo Marta Cartabia si candida ad essere – per ora – l’unica donna membro della Consulta, oltre ad essere in assoluto la terza donna a far parte della Corte. E una delle più giovani, avendo appena 48 anni.
Ilsussidiario.net ha chiesto ad Andrea Simoncini, costituzionalista, un commento sulla nomina, che dovrebbe per lo meno sorprendere chi fino all’altro ieri ha puntato il dito contro l’orientamento «a senso unico» della Consulta, e cioè, segnatamente, a sinistra; un pregiudizio che Napolitano, designando la professoressa Cartabia, ha decisamente smentito.
«Il presidente Napolitano, con la nomina di Marta Cartabia, continua ad ispirarsi a due coordinate fondamentali nella designazione dei membri della Corte Costituzionale» dice Simoncini. «La prima, come dimostra il precedente di Paolo Grossi (nominato da Napolitano nel febbraio 2009, ndr), è l’altissima qualificazione tecnico scientifica. E la seconda, è il rispetto del pluralismo culturale e ideale presente nel nostro paese. Fino a rispettare anche la pluralità di genere, perché – non dimentichiamo – Marta Cartabia sarà l’unica donna a far parte della Corte costituzionale». Simoncini definisce Cartabia «espressione di una nuova leva di costituzionalisti». «Sì, e non è solo una questione anagrafica. Cartabia è espressione di una sensibilità, nella protezione del diritto e della Costituzione, in cui la dimensione nazionale è sempre più legata a quella sovranazionale. E questo, naturalmente, senza tradire la nostra ispirazione culturale, ma anzi, realizzandone l’incontro con le istanze culturali globali e più moderne».
Marta Cartabia è nota per essere una specialista di diritti umani e del sistema comunitario europeo. I suoi maestri fondamentali sono Valerio Onida, giurista ed ex presidente della Consulta, e Joseph H. H. Weiler, notissimo professore di diritto della New York University, divenuto noto al pubblico dei non specialisti per aver difeso l’Italia, insieme ad altri otto stati, dinanzi alla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Lautsi, quello relativo all’esposizione pubblica del crocifisso. Un personaggio “nuovo”, dunque, anche considerando l’età media non più giovanissima degli altri membri della Corte. «È così. La definirei una costituzionalista del XXI secolo» dice Simoncini; «cioè non di quella generazione che ha “fatto” la Costituzione, nemmeno della generazione che l’ha attuata, ma di quella che l’assimilata, mettendosi in dialogo con il mondo».
Chiediamo al professor Simoncini in quale orientamento potrebbe tradursi questa «novità culturale» quando si tratterà di giudicare le leggi. «È proprio questo l’aspetto più interessante» conferma Simoncini. «La nostra Corte deve ormai fare i conti con le altre Corti costituzionali, sia quelle europee, sia quelle degli altri stati. Penso che Cartabia possa essere una grande risorsa per condurre in modo proficuo questo dialogo. Per sua cultura e formazione costituzionale, conosce benissimo la “grammatica” e il “vocabolario” degli altri ordinamenti, che oggi non si possono non conoscere».
«L’altro dato importante» spiega Simoncini «è che Marta Cartabia entra nella Corte con tutto il peso della sua idealità, che ha sempre rappresentato in modo limpido nella sua produzione scientifica. E non credo nemmeno che sia un caso che il presidente Napolitano abbia fatto questa nomina subito dopo il Meeting di Rimini. Non dimentichiamo che il Capo dello Stato è venuto al Meeting ad inaugurare la mostra sui 150 anni dell’unità d’Italia, curata, tra gli altri, anche da Marta Cartabia. Al Meeting Napolitano ha rivolto un accorato appello a tutto il paese, esortando ad una ripresa di impegno e di responsabilità morale e sociale dentro le istituzioni. Mi pare di poter dire che rispetto a questo appello, rivolto alla politica nel senso più alto e nobile del termine, la scelta di Cartabia sia consequenziale».