Si è detto soddisfatto, ieri sera, al termine del Consiglio europeo, il premier italiano Mario Monti. Tra i maggiori risultati ottenuti, quello sul fiscal impact, il patto finalizzato a rafforzare le regole del bilancio dei Paesi europei allo scopo di metterne in sicurezza i conti per evitare che casi come quello di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia si possano ripetere. Nuove garanzie sulla possibilità di arginare definitivamente situazioni future in cui gli Stati si rivelano a forte rischio di insolvenza. Una vittoria non del tutto riuscita, in ogni caso. Dei 27 Paesi Ue, due si sono sfilati fuori. Se il no della Gran Bretagna era pressoché scontato, l’intesa è stata fortemente penalizzata ad un’altra defezione, quella della Cecoslovacchia. All’ultimo, invece, dopo un estenuate braccio di ferro è stata recuperata la Polonia. La Nazione, in particolare, pretendeva il diritto di partecipare a tutti i summit europei. Il compromesso raggiunto grazie alla Francia prevede che d’ora in avanti se ne terranno tre invece che due, di cui uno aperto anche ai paesi che non hanno la divisa unica. In ogni caso, il fiscal impact prevede che i 25 Paesi che lo hanno sottoscritto adottino la regola d’oro del pareggio di bilancio inserendola nelle proprie costituzioni.
Laddove dovessero sforare il tetto del 60% del debito sul pil, il patto lo obbliga ad un piano di rientro pari ad un ventesimo del debito l’anno. Saranno tenute, tuttavia, in debito conto, i fattori attenuanti previsti dal six-pack. Restano incerte le sorti della Grecia. La Germania si era detta disposta a salvarla, a patto di averne il controllo dei conti pubblici. Un perdita inaccettabile di sovranità, per la Grecia. Dello stesso parere si è detto anche Sarkozy così come il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Nella Le trattative con Atene però proseguono nella notte con un incontro tra il premier greco Lucas Papademos, il presidente Bce Mario Draghi, il presidente della Commissione Ue Josè Barroso, quello dell’Ue Herman van Rompuy e il commissario agli affari economici Olli Rehn. Altra novità riguarda il patto su crescita e occupazione, sottoscritto, in questo caso anche dall’Inghilterra ma non dalla Svezia, a impossibilitata da problemi di politica interna.
Per marzo saranno redatte formalmente quelle regole che consentiranno di ridurre la burocrazia, promuovere il business online e rimuovere gli ostacoli al commercio. Mario Monti, dal canto suo, si è detto convinto di come la linea adotta rappresenti una vittoria per l’Italia: «non ci sono ulteriori appesantimenti o aggravi sul fronte del rigore per quanto concerne il debito».