Dal Palaolimpico di Torino, in occasione della competizione per le primarie che incoroneranno il nuovo leader del centrosinistra candidato alla presidenza del Consiglio, Matteo Renzi ha lanciato una stoccata a Mario Monti che, ieri, si era detto convinto del fatto che, entro 8 mesi, vederemo segnali significativi di ripresa. «Chi vi dice che la crisi è finita vi prende in giro. La crisi non ha una fine è un cambiamento. Ed è anche una opportunità. Noi siamo di sinistra perché non abbiamo paura del futuro. Futuro è parola da pronunciare con piacere, non con angoscia», ha detto il sindaco di Firenze che, non appena giunto sul posto, ha ironizzato su alcune recenti polemiche che lo hanno visto protagonista, scusandosi per il ritardo perché aveva un aereo dalle Cayman. Riferendosi alle regole delle primarie, si è rivolto al segretario del Pd, denunciando il fatto che sarebbero state ispirate dalla paura e che devono essere cambiate. Altra questione che riguarda le polemiche dei giorni scorsi, è quella sul denaro che, secondo Renzi non può essere demonizzato. Lo stesso Giorgio Gori, intervenendo sull’argomento, ha fatto presente che con il mondo della finanza il dialogo è necessario, così come con quello del lavoro. «Il mio Pd arriva al 40 per cento, il loro Pd al 25 per cento”. E “se vinco, il passo indietro di D’Alema sarà definitivo», ha, poi, continuato Renzi, invocando una nuova sinistra «del coraggio», che non si lasci affliggere e bloccare della paura e dell’angoscia, ma sia capace di affrontare il futuro a testa altra. Tratteggiando i connotati della sua sinistra ideale, ha, inoltre, fatto presente che occorre dialogare con chiunque: «chi la pensa diversamente da me non è un nemico ma un amico che ci arricchirà col confronto». Secondo il sindacato di Firenze, inoltre, la sinistra non può ostinarsi a pensare che chi la pensa diversamente semplicemente vada distrutto in maniera talebana, con tutte le armi che si hanno a disposizione. Affrontando, inoltre, il tema della laicità, ha detto che quella convinta è contenuta nella Costituzione che, secondo lui, tutti continuano a citare senza applicare sul serio.
Sulle donne, infine, ha espresso la sua posizione spiegando che in un Paese civile ci devono essere le condizioni perché possano continuare a lavorare senza essere costrette a rinunciare all’essere madri. «Perché il figlio dell’operaio – ha detto – deve farcela quanto quello dell’imprenditore».