Zoia Veronesi, storica segretaria del segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, è indagata per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna. L’inchiesta, fatta partire nel 2010 da un esposto di Enzo Raisi, deputato di Futuro e Libertà, ipotizza la creazione, da parte della Regione e appositamente per lei, di un incarico che le consentisse di continuare a seguire a Roma l’attività del segretario del Pd (ed ex presidente della Regione). Sembra che la Veronesi, assunta dalla Regione, venne distaccata da viale Aldo Moro a Roma per intrattenere rapporti con il Parlamento, ma le indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza non hanno evidenziato alcuna traccia del tipo di attività che avrebbe svolto per conto della Regione tra il 2008 e il 2009. Ed è proprio qui che scatta l’accusa: la Veronesi è infatti indagata per aver percepito indebitamente soldi dalla Regione proprio in quel periodo, della durata di circa un anno e mezzo. Nei giorni scorsi il pm Giuseppe Di Giorgio ha quindi inviato un avviso di garanzia con l’invito a rendere interrogatorio. “Tutto regolare, non ci sono ombre”, ha detto Paolo Trombetti, il legale di Zoia Veronesi. L’avvocato, già difensore dell’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono per il Cinzia-gate, ha fatto sapere che la Veronesi ha ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Bologna e respinge tutte le accuse. “Il pm ci ha invitato a rendere interrogatorio, cosa che faremo senz’altro perché abbiamo interesse a chiarire che non c’è stata nessuna irregolarità da parte di chicchessia, tanto più della signora Veronesi”, ha aggiunto Trombetti. La segretaria storica di Bersani, ha detto ancora il legale, “non è più alle dipendenze della regione da tempo e lavora per il Pd”, aggiungendo che l’accusa ipotizzata si riferisce a un “breve periodo” e all’interno di una vicenda “in cui nulla le può essere rimproverato”.A mettere in moto l’intera inchiesta fu, come detto, un esposto del deputato Enzo Raisi nel 2010, in cui veniva proprio ipotizzata la creazione di questo incarico appositamente per la Veronesi da parte della Regione per cui lavorava. Tale incarica le avrebbe consentito di poter continuare a seguire a Roma l’attività del segretario del Pd ed ex presidente della Regione.
Da tempo la Veronesi non è più dipendente regionale, ma lavora per il Pd. “Il pubblico ministero – ha detto il difensore Paolo Trombetti – ci ha invitato a rendere interrogatorio: cosa che faremo senz’altro perchè abbiamo interesse a chiarire che non c’è stata nessuna irregolarità da parte di chiunque, tanto meno della signora Veronesi”.