“Tra Renzi e Berlusconi sono preoccupato più da Berlusconi, perché di populismo ne abbiamo avuto già un bel po’ e il centrodestra su queste posizioni non farebbe bene al Paese”. In questo modo Pier Luigi Bersani commenta il ritorno in politica e le recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi. Ospite a Domenica In su Rai Uno, il segretario del partito Democratico si dice preoccupato “da questa posizione di Berlusconi. Il Paese ha bisogno di mettersi alle spalle una fase e guardare avanti”. Massimo Giletti, che conduce la rubrica L’Arena, gli chiede dunque se la sentenza Mediaset abbia in qualche modo influito sulla decisione di Berlusconi di fare un passo indietro. “In parte – risponde Bersani – ma anche l’istinto profondo dell’uomo a non mollare la sua creatura e a non prendere atto che dopo tanti anni i risultati non ci sono stati”. Il numero uno del Pd conclude poi il suo intervento con una frecciata rivolta al Cavaliere: “Ha governato più di De Gasperi: ha il record, potrebbe accontentarsi”, ha detto Bersani. A commentare la posizione dell’ex premier c’è però anche Pier Ferdinando Casini che, intervenuto a Sky Tg24, ha detto che “Berlusconi in 24 ore è passato dagli elogi, agli attacchi, alle minacce. Ma la politica non ha bisogno di ricatti”. Il leader Udc ha quindi spiegato che a suo giudizio, se Berlusconi andrà dritto per questa strada, “si troverà solo. C’è una grande parte di moderati, anche nel Pdl, che non è disposta a mettere a rischio la tenuta del Paese”. E ancora: “Berlusconi ha devastato, in questi anni, l’unità dei moderati per cui ha dimostrato che su quella base si può creare un partito populista di destra che non ha nulla a che fare con il partito popolare europeo con i moderati. Mi sembra che siamo in uno stato di confusione generalizzato, ma da questa vicenda penso che i moderati possano uscire rafforzati”, ha aggiunto Casini. “Oggi sappiamo qual è la rotta e non è questa, è certamente un’altra e io mi auguro che tanti moderati, anche nel Pdl, facciano sentire la loro voce”, ha detto ancora, aggiungendo che “il silenzio è già eloquente”. 



Secondo il leader centrista la riforma della giustizia “andava fatta 20 anni fa, ma se il tipo di riforma della giustizia cui pensava Berlusconi è un tipo di riforma di rivincita contro i magistrati ed ad personam, sono lieto che abbia ricordato che noi non gli abbiamo permesso di farla. C’è bisogno di una riforma equilibrata, seria, ragionevole”, ha quindi concluso. 

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