La frase è apparsa agli osservatori come una sorta di auto-sponsorizzazione, la certificazione del fatto che, dopo Monti, ci potrà solamente essere Monti. Del resto, da tempo si ritiene che, inevitabilmente, tutto stia concorrendo ad un secondo mandato del professore della Bocconi. Così, a chi gli ha chiesto, in Kuwait, assicurazioni circa l’affidabilità del nostro Paese quanto il suo mandato si sarà concluso, ha risposto: «non posso garantire per il futuro» per poi far presente che sarebbe già tanto se riuscisse a migliorare il presente, come del resto sta tentando di fare con l’aiuto di tutti. Secondo il premier, inoltre, «chi governerà deve avere come obbiettivo quello di continuare a garantire crescita, giustizia, lotta a corruzione e evasione». Per quanto riguarda la fase attuale, non ha mancato di tessere le lodi del proprio operato. Ricordando come, benché l’Italia abbia perso dieci anni di competitività rispetto alle altre grandi economie dell’Eurozona, abbiamo anche un potenziale superiore a quello di chiunque altro. E, grazie all’operato dell’esecutivo tecnico da lui presieduto, esistono ora tutte le condizioni affinché gli investitori stranieri possano decidere di sbarcare in Italia. D’altro canto, la mission del presidente del Consiglio, in visita ai Paesi del Golfo Persico, è proprio quella di attrarre l’interesse dei potenziali investitori e convincerli ad acquistare asset italiani. Rispetto a chi teme che vengano ceduti a prezzi irrisori i nostri gioielli, quali Eni, Enel e Finmeccanica, il premier ha fatto presente che sbaglierebbe chi pensasse che si tratterebbe di una semplice svendita. Per il professore della Bocconi, attrarre capitali stranieri in maniera stabile e strutturale riflette la virtuosità di un’economia. Sta di fatto che, rivolgendosi in particolar modo ai fondi d’investimento, e spiegando che servono capitali per la crescita, ha detto: «Ci troviamo in un momento in cui si può acquistare a buon mercato assets a redditto fisso, equities, real estate destinate a rivalutarsi». In ogni caso, quel che maggiormente ha suscitato le reazioni da parte dell’opinione pubblica, resta la frase relativa alla prossima legislatura.
Niki Vendola si è detto convinto del fatto che Monti avrebbe fato bene a evitare questa battuta di pessimo gusto mentre, secondo Antonio di Pietro, si è trattato di un ricatto vero e proprio «o rivado io al governo, o agli investitori stranieri dico che non garantisco per l’affidabilità del paese dopo di me. L’Italia resta comunque affidabile, è lui che si è montato la testa».