Anche in Italia in Pirati, presenti ormai in 66 Paesi, con più di 100mila aderenti, iniziano  a strutturarsi. Sono sbarcati nel nostro Paese ormai da tre mesi, vantano 300 iscritti e, sabato scorso, hanno dato vita alla loro prima convention italiana. Dove hanno individuato nelle elezioni europee del 2014 il primo punto della road map che li porterà anche da noi a vantare una presenza significativa. Ci hanno spiegato, d’altro canto, che non escludono di candidarsi anche alle politiche del prossimo anno.



Che cos’è il Partito Pirata?

Il Partito Pirata è un movimento politico internazionale, presente in numerosissimi paesi nel mondo. Il suo programma transeuropeo consiste principalmente nel rafforzamento degli istituti di democrazia liquida. Un concetto, quello di e-democracy, che pone in essere il superamento dell’attuale democrazia rappresentativa evolvendola in una nuova forma di democrazia diretta nell’era del digitale. Fra i temi che hanno caratterizzato finora la comunità internazionale pirata compaiono: una radicale riforma del diritto d’autore e dei brevetti, la salvaguardia della libertà di circolazione della conoscenza, la protezione dei dati personali e del diritto alla privacy, la libertà d’espressione, l’accesso trasparente a tutto ciò che è pubblico.



Che peculiarità ha quello italiano?

Il Partito Pirata Italiano ha delle peculiarità fortemente innovative. La nostra principale novità riguarda l’ azzeramento di tutte le gerarchie partitiche. L’Assemblea Permanente, ovvero l’assise di tutti i pirati certificati che partecipano alla costruzione del PP-IT, è elevato a organo supremo dell’organizzazione, con poteri esecutivi. Tutti gli iscritti possono proporre, dibattere e votare in condizione di parità: uno vale uno. Per farlo utilizziamo la nostra piattaforma di e-democracy, liquid feedback. Stiamo utilizzando questo strumento decisionale dal 2011.



Cosa pensa della cosiddetta antipolitica?

“Antipolitica” è parola che ha assunto un duplice significato nell’immaginario comune. C’è una parte di società che, con questa parola, identifica un’idea di repulsione, tout court, nei confronti della politica tutta. Per essa l’idea di schierarsi contro “questa” politica è lecito e giusto, dunque ‘antipolitica’ assume un’accezione positiva. Per il ceto politico dominante invece, e per un certo mondo dell’informazione, “antipolitica” è una parola che viene utilizzata, strumentalmente, quando una parte della cittadinanza insorge protestando e lo fa con veemenza, scagliandosi anzitutto contro i soggetti accusati di cattiva politica, senza però proporre soluzioni.
Il Partito Pirata Italiano è, invece, un movimento che si considera fortemente politico che, pur prendendo le distanze dal vecchio sistema partitico, non si astiene dal produrre proposte alternative concrete. Si caratterizza, invece, proprio sul terreno delle costruzione di nuove pratiche politiche confrontandosi su idee e programmi. Siamo distanti anni luce da tendenze populiste e demagogiche.
Avete una posizione comune sui temi “eticamente sensibili” (aborto, eutanasia, coppie gay)?

Nel Partito è presente un dibattito interno che ricalca quello in atto nella società. La democrazia liquida fa leva proprio sul concetto di intelligenza collettiva: l’aumento della partecipazione è quindi direttamente proporzionale all’evoluzione del dibattito che si arricchisce di nuove prospettive e possibili soluzioni. Ciò che ci accomuna, in questa evoluzione magmatica, sono i principi fondativi del Partito Pirata Italiano: la centralità della persona, della sua dignità, il primato dei suoi diritti rispetto a quelli della ragion di stato, aziende ed altri enti, della sua libertà, che è tale solo se posta in reciproco rispetto con l’intera comunità.

Per stare seccamente all’oggetto della domanda: al momento per quanto concerne eutanasia e vita sentimentale e sessuale, la posizione preponderante nel partito è di considerarle scelte personali e in quanto tali meritevoli di rispetto e riconoscimento, mentre sull’aborto, non essendoci nessun dibattito in corso, è fatto salvo il diritto previsto dalle leggi dello stato italiano.
Nelle elezioni europee del 2009 avete candidato il vostro segretario Alessandro Bottoni come indipendente nella lista di Sinistra e libertà; come mai la scelta di quel partito e non di un altro?
Si tratta di una scelta personale di cui non risponde l’attuale Partito Pirata Italiano che ha forma e sostanza politica completamente differente da quella struttura a cui Lei fa riferimento. Il Partito Pirata italiano al momento, non ha alcuna relazione con altri partiti. In questo momento per noi è prioritario costruire relazioni con cittadini in carne ed ossa, aumentando esponenzialmente la partecipazione democratica.
Cosa ne pensate del fenomeno Beppe Grillo e del movimento 5 stelle?
Non ci riteniamo in contrasto con gli attivisti del Movimento 5 Stelle, che spesso si rivelano persone capaci e volenterose, e anzi ci sono diverse tematiche su cui collaboriamo. Tuttavia abbiamo molte perplessità in merito ai diritti sul Movimento che Beppe Grillo si riserva nel non-statuto, in particolare per quanto riguarda la comunicazione all’esterno e la proprietà del marchio e del nome, che rendono di fatto qualsiasi gruppo locale del M5S, passibile di vedersi privato del nome da un giorno all’altro.
Avete qualche tipo di rapporto con il Movimento cinque stelle? Se sì di che tipo?

Riteniamo che Liquid Feedback sia uno strumento efficace per diffondere la democrazia liquida pertanto siamo ben disposti verso chiunque intenda utilizzarlo. Quando ci è stato chiesto, anche da diversi aderenti al M5S, siamo stati ben lieti di dare il nostro supporto. Abbiamo messo a disposizione di tutti l’esperienza che abbiamo maturato anche grazie agli altri Partiti Pirata che lo utilizzano da molti anni. Noi stessi abbiamo potuto integrare quelle competenze grazie all’esperienza diretta che abbiamo accumulato con l’uso quotidiano nell’ultimo anno. Aggiungiamo che la logica di ‘condivisione’ è parte integrante del DNA della cultura “pirata”.

Perché non fate parte del Movimento 5 Stelle? Cosa vi distingue?

Abbiamo avuto modo di chiarire in maniera esaustiva nei precedenti punti.
In sintesi: noi non abbiamo un capo, non abbiamo padroni di contrassegno elettorale, decidiamo solo tutti assieme, adottiamo la trasparenza come valore assoluto.
Candiderete vostri uomini nel Movimento Cinque Stelle?
L’Assemblea Permanente valuterà ogni qualvolta vi sarà un tema che richiede una valutazione collettiva. Riconosciamo il valore di tutte le forze politiche democratiche e rispettiamo il loro lavoro quando è realizzato per conseguire il bene comune. Il dialogo costruttivo su questioni tutte ‘politiche’ appartiene alla nostra cultura di ascolto. Attualmente non abbiamo alleanze strutturali con altri partiti. Stiamo valutando l’ipotesi di candidarci alle prossime elezioni politiche per il 2013.
Che ne pensate delle recenti polemiche nel caso Favia contro Grillo?
L’Assemblea Permanente non ha ritenuto utile pronunciarsi nel merito di polemiche che non riguardano la nostra organizzazione. Non abbiamo ritenuto che un nostro pronunciamento potesse essere utile al Paese.
Come concepite la democrazia interna nel vostro movimento e che strumenti (regole o strumenti tecnici) vi date per raggiungerlo?

La democrazia interna è garantita dall’Assemblea Permanente, che attraverso la piattaforma LiquidFeedback permette a tutti gli iscritti di promuovere iniziative con potere esecutivo. La trasparenza di voto è una garanzia per tutti.
Questo sistema non prevede un mero “appiattimento” culturale: il pirata più competente in una materia può diventare leader nel momento in cui si fa promotore della proposta. La sua attività di guida si esaurisce in seguito al dibattito e al voto. Una volta terminata la votazione, il pirata torna nei ranghi, apprestandosi a sostenere la prossima iniziativa di un altro pirata.
Avete detto che siete “tutti “rappresentanti” del Partito Pirata, l’azzeramento delle gerarchie partitiche e l’uguaglianza di tutti gli iscritti” è tra le vostre scelte più forti; in che modo regolate le vostre scelte politiche e organizzative?

 

Con Liquid Feedback adottiamo il metodo di Schulze per la valutazione dei voti, una variante del metodo di Condorcet, che promuove le proposte che hanno il miglior rapporto tra Favorevoli e Contrari. Vengono cioè approvate le proposte che “scontentano meno” i votanti nel loro complesso. Si tiene quindi in giusto conto anche il pensiero delle minoranze, che così hanno tutela e rappresentanza.

Concepite la “rete” allo stesso modo del movimento 5 stelle? Cos’è per voi internet?

La Rete è per noi lo strumento con cui costruiamo democrazia. E’ un veicolo attraverso cui far transitare pensiero politico per condividerlo col maggior numero di utenti possibili. Utilizziamo Internet per superare i monopoli televisivi, per discutere dal basso le nostre istanze democratiche, per restituire valore alla parola politica.

Cosa ne pensate di Casaleggio?
L’Assemblea Permanente non ritiene rilevante pronunciarsi su questa persona.
Affidereste a lui lo sviluppo dei vostri sistemi di democrazia interna e comunicazione?
I software devono essere liberi. A maggior ragione quelli per le istituzioni e gruppi politici che aspirano all’ e-democracy. I software liberi e relative licenze consentono lo studio e l’apporto di modifiche. Consideriamo potenzialmente ‘pericoloso’ l’affidamento di piattaforme operative o sistemi di informazione a un solo soggetto.
Avete un programma politico per l’Italia? Se si in cosa consiste sinteticamente?
Contribuire a fare dell’Italia un paese pienamente democratico è il nostro progetto più ambizioso. Pensiamo che rendere la trasparenza nella sfera pubblica è un valore assoluto, significhi incrementare la ricchezza economica e culturale del paese. Abbiamo molte proposte politiche in corso di valutazione. Con la crescita interna queste verranno affinate e migliorate con l’apporto di tutti, vecchi e nuovi iscritti. L’insieme di tutte le proposte che attraversano l’iter di valutazione, modifica, integrazione e votazione costituisce il nostro programma politico.
Pensate che un movimento a democrazia diretta come il vostro o come vorrebbe essere il Movimento 5 stelle sia integrabile con i meccanismi della rappresentanza democratica italiana (parlamentare o locale)?

 

 

 

Partiamo dal presupposto che questo sistema di democrazia rappresentativa sia attualmente deviato dai suoi scopi originari. Un esempio concreto: alla vigilia delle elezioni nessun partito politico aveva inserito nei suoi programmi la volontà di privatizzare l’acqua pubblica, tuttavia i governi e il parlamento hanno successivamente agito in questa direzione, rendendo necessario un referendum per l’abrogazione di queste misure.

Per quel che riguarda i Pirati eletti nelle assemblee elettive, queste persone sono e saranno legati all’Assemblea Permanente da vincoli di fiducia e saranno chiamate a portare avanti le istanze e le decisioni secondo il voto dei membri dell’AP.
Rispetto alla crisi economica che colpisce Italia ed Europa, quali sono le vostre proposte? Siete favorevoli a restare nell’euro?

Siamo un movimento internazionale ed internazionalista. Riteniamo che buona parte dei problemi di questa crisi sono addebitabili ad una congiuntura internazionale. Ecco un altro dei nostri punti di forza: abbiamo, in via embrionale, una forza politica presente in tutto il mondo. Si tratta di una novità assoluta ed unica. Ciò è possibile grazie ad Internet. Prossimamente porremo in agenda il tema delle politiche monetarie