Dopo il vademecum per il giornalisti, in cui il Movimento 5 Stelle spiegava quali termini usare e quali non usare (grillini è scorretto, meglio “attivisti del Movimento 5 Stelle”, l’M5S non è un partito, ma un movimento, Grillo non è il leader, bensì un semplice portavoce) sul blog del comico genovese viene pubblicato un glossario attraverso il quale vengono dettate una serie di regole ai propri aderenti e si fa chiarezza su una serie di fattori. Si inizia con la lettera “D”, come Di Pietro. Non ci sarà alcuna alleanza con l’Idv per il semplice fatto che tra le priorità di Grillo c’è proprio la fine dei partiti. E quello dell’ex pm di Mani pulite lo è a tutti gli effetti, non può fare eccezione. Alla lettera “E” compaiono le voci elezioni, emolumenti ed euro. Per quanto riguarda la prima, nessun appartenente al movimento che sia stato eletto in seno a qualsivoglia amministrazione pubblica può dimettersi per concorrere ad una carica ritenuta più prestigiosa. Alla seconda voce, si fissa a 5mila euro lordi il tetto massimo, destinando la rimanenza allo Stato. Alla terza, si afferma che la decisione se rimanere o meno nella divisa unica va assunta dai cittadini attraverso un referendum. Alla lettera “M”, come mandati, si stabilisce che non se ne potranno svolgere più di due, anche se interrotti. Alla voce movimenti, invece, si afferma che «il M5S supporta e appoggia le istanze dei movimenti con obiettivi comuni, come è avvenuto per il no al nucleare, l’acqua pubblica, il No Tav e il No Gronda». Veniamo alla “P” di primarie: «non ci saranno primarie (non si votano leader o leaderini) per le elezioni politiche, ma la scelta di portavoce per la Camera e per il Senato». Per quanto riguarda il programma, invece, Grillo fa presente, anzitutto, che, a differenza di quanto affermano i suoi detrattori, denunciando l’aleatorietà del movimento, esiste, eccome, ed è visibile sul blog. Chi è stato eletto, inoltre, non deve rimettere (lettera “R”) il suo mandano ogni sei mesi obbligatoriamente. Sempre alla lettera R si fa presente che il M5S non ha incassato rimborsi pubblici e non lo farà in futuro. Alla lettera “T”, si spiega che le interviste nella famigerata televisione non sono vietate.
Semplicemente è fortemente sconsigliata e in futuro sarà vietata la partecipazione a trasmissione condotte da giornalisti cari ai patiti. La “v”, infine: «il M5S vota nei consigli comunali e regionali, e in futuro voterà in Parlamento, le proposte che aderiscono al Programma anche se presentate dai partiti».