Domani domenica 2 dicembre si vota per il ballottaggio delle primarie del Partito Democratico. I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20, e ciascun avente diritto può trovare il suo seggio connettendosi al seguente indirizzo web: http://www.primarieitaliabenecomune.it/cerca-seggio/step-1 .
Per poter votare, oltre a pagare due euro, occorre portare al seggio il certificato di elettore del centrosinistra, un documento di identità e la propria tessera elettorale. Per quanti si sono iscritti via e-mail (milano@primariebenecomune.it , ecc. a seconda della provincia di residenza), o via Internet sul sito www.domenicavoto.it , è necessario anche portare la e-mail stampata ricevuta dal rispettivo comitato con cui si autorizza a presentarsi al seggio.
Gli elettori fuorisede che al primo turno hanno votato a Milano presso il seggio costituito alla Casa della Cultura (non attivo durante il secondo turno) hanno ricevuto il certificato del centrosinistra e con questo e con il documento d’identità (non serve la tessera elettorale) potranno recarsi votare in un seggio qualunque del comune di riferimento (Milano o provincia).
Gli elettori che al primo turno hanno votato in altre provincie o regioni e desiderano votare a Milano o provincia possono farlo telefonando ai numeri 02.6963.1006/1017/1004, i cui operatori indicheranno il seggio nel quale recarsi a votare con documento di identità e certificato di elettore del centrosinistra utilizzato domenica scorsa.
Sono stati in tutto 128.733 i cittadini che attraverso il sito www.domenicavoto.it , allestito dai comitati pro Renzi, hanno espresso la loro volontà di partecipare al ballottaggio delle primarie pur non essendosi registrati al primo turno. Su questo punto la polemica è davvero rovente e ha coinvolto i due contendenti. Il comitato per Renzi ha dato una interpretazione più morbida e aperta delle regole deputate alla partecipazione elettorale al ballottaggio, sfruttando anche la possibilità di pubblicizzare la partecipazione al voto con l’effetto collaterale (che ha fatto arrabbiare i bersaniani) di proporsi attraverso strumenti di comunicazione di massa in violazione (?) del regolamento delle primarie, proprio in vista del ballottaggio. Il comitato per Renzi fa sapere di aver solo sopperito a una mancanza proprio del Partito Democratico che non ha adeguatamente pubblicizzato nuove possibilità di iscriversi al voto (via eMail), che non erano possibili ai tempi della registrazione per il primo turno delle primarie. La lotta infuria anche per chi volesse votare non essendosi però recato alle urne il primo turno: potrebbe (ma non c’è chiarezza su questo punto) non bastare un’autocertificazione al momento e secondo quanto dichiarato via twitter dal coordinatore della campagna per Renzi Giorgio Gori addirittura un noto esponente del Pd (Dalla Chiesa) sarebbe estromesso dalla consultazione. “Ero a un incontro pubblico su donne e mafia, credo di essere il primo iscritto a un partito che non ha diritto di esprimersi in una consultazione interna”. Che interna però non è prorpiamente, dato che il ballottaggio delle primarie è di coalizione. Anche se sta sempre più assumendo i contorni di un congresso tra correnti (o filosofie) di partito. Che domani avrà un vioncitore.
– Chi lo ha fatto ha ricevuto una nota in cui si afferma: “Per paura, e solo per paura, alcuni coordinamenti provinciali vogliono bloccare le iscrizioni, ma è un suo diritto partecipare al ballottaggio. La invitiamo quindi a recarsi al seggio con l’e-mail stampata e chiedere di votare”.
Intanto su Twitter il sindaco di Firenze ha tentato di gettare acqua sul fuoco, scrivendo a Bersani: “Siamo entrambi a Milano. Ci prendiamo un caffè insieme e facciamo un appello alla serenità per domani?”.
Parlando nel centro sociale Barrio’s, nel quartiere Barona, Renzi ha aggiunto: “Se vince Pier Luigi Bersani, nessuno griderà ai brogli”. Bersani ha fiutato la trappola, che gli sarebbe valsa un autogol sia nel caso in cui avesse accettato sia, soprattutto, se avesse respinto. E quindi ha glissato con eleganza, spiegando di avere qualche problema logistico, ma di essere disposto anche a pranzare con Renzi non appena ci fosse stata l’occasione. Per il segretario del Pd, il partito è una grande squadra e anche il suo sfidante Renzi ne fa parte.
A dimostrazione del fatto che il sindaco di Firenze sta giocando la sua partita, fatta di attacchi e segnali di distensione, soprattutto su Facebook, pochi minuti prima aveva pubblicato sul social network i 20 punti che lo dividono dal suo rivale. Al primo posto c’è la volontà di abolire il finanziamento pubblico ai partiti , contro la volontà di mantenerli da parte di Bersani, ma con “giustificazioni nobili che risalgono a Pericle”.