Ha vinto Bersani. Si sapeva che era il candidato con più chance di vittoria anche se, a dire il vero, alcuni recenti sondaggi e l’aver già compiuto il piccolo miracolo di una rimonta considerata improbabile aveva lasciato in campo anche l’ipotesi che Renzi potesse farcela. D’altro canto, chi, fino a pochi mesi fa, avrebbe mai pensato che il sindaco di Firenze avrebbe mai potuto rappresentare effettivamente uno sfidante in grado di mettere paura al segretario del Pd? Sta di fatto che, con il 40 per cento dei seggi scrutinati, il segretario supera il 60 per cento dei voti mentre Renzi è leggermente sotto il 40. E’ stato lui stesso a dare per certa la sconfitta. Su un Tweet, infatti, ha scritto: «Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme. Grazie di cuore a tutti». Che la competizione avesse premiato l’ex ministro dello Sviluppo economico è apparso chiaro intorno alle 20.20. Bersani, quindi, si accinge a guidare il centrosinistra nella corsa per Palazzo Chigi. Sarà, dunque, a capo di un’alleanza composta da Pd e Sel. Restano, in ogni caso, una serie di incognite sul futuro del partito. Renzi dispone pur sempre di un 40% di voti che non potranno di certo essere semplicemente ignorati. Tantomeno dall’establishemt che ha rappresentato il bersaglio privilegiato di tutta la sua campagna elettorale incentrata sulla rottamazione. Non è un caso che voci di corridoio parlano, a dire il vero ormai da tempo, di una sorta di patto tra Bersani e Renzi: al primo la presidenza del Consiglio, al secondo il partito. Per il momento, va registrato il fatto che il rottamatore sta mantenendo fede alla promesse. Si era impegnato, infatti, in caso di sconfitta, a non urlare ai brogli, e così sta facendo. Nonostante, in giornata, le polemiche non siano mancate. In particolare, i comitati pro-Renzi hanno denunciato difficoltà a votare in Toscana, a Cagliari e a Roma. Ancora non è stata digerita la norma che ha reso estremamente complicato votare al secondo turno a chi non lo aveva fatto al primo: «Adesso basta polemiche – dicono i renziani -, però si sappia: in Lombardia 25.901 richieste di registrazione: 832 accettate, 25.084 respinte».
Va anche detto che Roberto Reggi, coordinatore della campagna di Renzi, ha fatto sapere che né Renzi né i renziani intendono dar vita ad alcun corrente. Collaboreranno lealmente con Bersani. Che, se lo riterrà opportuno, potrà avvalersi del loro entusiasmo, lo stesso che ha consentito che si recassero a votare più di due milioni di persone (alle 17.30 erano 2.300.000).