Pierluigi Bersani acclamato trionfalmente leader del centrosinistra si sta preparando alle elezioni politiche. Dopo la vittoria contro Renzi si è recato infatti aTtripoli a incontrare i nuovi governanti del dopo Gheddafi, a dimostrazione del suo progetto di leadership futura. In Libia Bersani ha commentato con la stampa italiana la situazione del nostro paese, in vista proprio delle prossime elezioni. Ovviamente il punto principale sempre all’ordine del giorno è la fantomatica legge elettorale: il Pdl, ha detto, deve farci sapere cosa pensa di fare sulla legge elettorale perché nessuno lo capisce più. Non sappiamo di cosa parlano, hanno fatto almeno venti proposte diverse, ha aggiunto. Bersani si dice anche preoccupato per lo stato di crisi, di “sfaldamento” lo ha definito, del centro destra. Ha poi sottolineato come, riguardo all’election day, il Pd preferisca tenere separate le elezioni regionali da quelle politiche mentre proprio nelle ultime ore Alfano ha chiesto ad alta voce che si tengano nello stesso giorno. Bersani chiede anche qui chiarezza al Pdl: vogliono fare le elezioni a febbraio? Lo dicano chiaramente perché noi non siamo d’accordo. Alfano e Berlusconi dicano una parola chiara, ha concluso. Non si è detto però spaventato in alcun modo del possibile rientro in politica di Berlusconi: se dovrò sfidare proprio lui, ha detto, non ne vedo l’ora. Bersani annuncia poi un incontro faccia a faccia con il capo del governo per la prossima settimana, incontro che servirà a chiarire diverse cose sempre in vista delle prossime elezioni. Ha voluto ricordare come il primo a telefonargli per congratularsi della sua vittoria al ballottaggio sia stato proprio Monti. Infine il rivale Renzi: dopo la sconfitta al ballottaggio sono girate parecchie voci, soprattutto quelle di un ruolo importante per il sindaco di Firenze nella compagine che Bersani presenterà alle elezioni. Nessun ticket di governo Bersani-Renzi ha invece detto il segretario del Pd: “Io non pretendo il monopolio del partito, ma nemmeno che ci sia un duopolio: non ci sono voti di Renzi o di Bersani, ma c’è un partito che non è proprietà né di Renzi né di Bersani, ma un grande collettivo aperto e plurale” ha detto.
Il Pd non è più quello dell’uomo solo, l’imperatore, al comando, ha spiegato: siamo invece una squadra e lavoreremo insieme.