Vi è piena unità d’intenti e i due l’hanno manifestata al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, a poche settimane dalle dimissioni del presidente tedescoChristian Wulff (era il 17 febbraio) che obbligarono la cancelliera tedesca a rinviare la visita fissata in precedenza. Mario Monti, parlando in conferenza stampa assieme alla collega, ha spiegato di condividere con lei la preoccupazione relativa allo stato generale dell’Unione europea. La fase più acuta della crisi, secondo il premier italiano, è stata superata, certo. Tuttavia, proprio questo è il momento in cui ci è meno concesso di poterci rilassare. Sia dal punto di vista delle politiche nazionali che di quelle europee. Per questo, occorre archiviare e mandare al più presto a regime le misure previste dal fiscal impact, che dovrebbe fornire all’Unione un quadro fiscale normativo condiviso.
Dopo di che – è un pensiero che la Merkel sottoscrive – occorrerà dedicarsi alla crescita e all’economia reale. In ogni caso, per l’Italia, secondo Monti, la crisi resta tutt’altro che superata. Abbiamo evitato di fare la fine della Grecia, ha ammesso; ma «il compito non si è esaurito». Ai cronisti che gli chiedevano cosa ne pensasse dell’eventuale introduzione della Tobin Tax, la tassazione sulle operazioni finanziarie, ha risposto che la sua posizione è analoga a quella della Merkel. Ovvero, è favorevole e modificherà, in tal senso, la precedente posizione del governo italiano. L’imposta, tuttavia, dovrà essere contemperata alle esigenze dei mercati, evitando di sortire effetti discorsivi. Quindi, tanto per cominciare, dovrà essere applicata ad un numero elevato di Stati. Perlomeno, a tutti quelli dell’Eurozona. Altri temi sui quali Monti ha detto esserci totale convergenza con la Germani, sono quelli della «cooperazione strettamente collegata alle politiche della crescita, dei servizi, della mobilità e dell’industria della rete». Intendendo, con ogni probabilità, lanciare una stoccata al segretario del Pdl Angelino Alfano, ha fatto presente che è compito del governo occuparsi anche di giustizia. Poi, ha aggiunto che «come per ogni altra iniziativa legislativa, la posizione del governo su iniziative parlamentari esistenti in materia di corruzione non può prescindere da un’esplorazione politica delle concrete possibilità che il Parlamento le approvi».
Rispetto, infine, all’ipotesi di una sua candidatura alla guida dell’Eurogruppo, si è schernito dicendo: «ogni riferimento alla mia persona lo prendo come segno di rispetto per l’Italia e il suo governo» facendo presente, tuttavia, che in quanto presidente del Consiglio non potrebbe assumere altri impegni.