Umberto Bossi il giorno dopo. Dopo le drammatiche ore di ieri in cui secondo alcuni si è consumato non solo l’atto finale della cosiddetta Seconda repubblica, ma anche la fine del movimento creato dallo stesso Umberto Bossi. Che adesso non c’è più: è fuggito ieri a metà del Consiglio federale della Lega dopo aver annunciato le sue dimissioni da segretario tornando alla sua abitazione, quella abitazione che sarebbe stata ristrutturata a sua insaputa con i soldi del partito. Come a sua isnaputa il figlio Renzo avrebeb fatto man bassa di fondi pubblici. Una storia intricata. In lacrime, come ha raccontato lui stesso in seguito: ha pianto quando ha detto che si sarebbe dimesso.Ha smesso di piangere quando si è reso conto che stavano piangendo tutti. Sarei solo di intralcio, adesso il partito deve fare luce su questa vicenda: ecco le sue spiegazioni. Dimissioni irremovibili. E a chi, tra i legisti, ieri dava del giuda a Roberto Maroni (secondo alcuni ci sarebbe lui dietro questa sorte di cospirazione che ha eliminato dal panorama il capo storico della Lega), Bossi ha risposto dicendo che Maroni non è un traditore. Parlando ieri sera davanti alle telecamere del Tgcom, il senatore ha così spiegato la sua decisione: “Le indagini porteranno a controllare tutto. Io non avevo nessuna voglia di star lì perché è giusto che ci sia mano libera per lavorare. Io ero solo d’intralcio, era inutile per me restare”. Dimissioni che, ha detto, non gli ha chiesto nessuno, ha sentito lui doveroso darle. Si spiega ancora, Umberto Bossi: i documenti sotto inchiesta dicono che ci sono i nomi dei miei figli, non potevo restare. Figli che, ha detto ancora, hanno cercato di difendersi. Ma ormai il danno è fatto: in un’altra dichiarazione lo stesso Bossi dà la colpa di tutto ai figli: non dovevo farli entrare in politica, ha detto, è tutta colpa mia. Più tardi in serata parlando con La Repubblica Bossi sembra recuperare l’antico spirito guerriero. Al telefono dice infatti di non considerarsi sconfitto. Colpito, ma la Lega continuerà a combattere. Dice che sta cercando di capire cosa sia successo, che sta leggendo i documenti dell’inchiesta e scagiona la moglie dall’avere le chiavi della cassa della Lega. Panzane, dice. Lancia poi i sospetti contro la magistratura: “Siamo l’unica vera forza di opposizione alla grande ammucchiata e a questo governo delle banche. Ci sono le elezioni. Ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perché?” Colpire Bossi per colpire la Lega, dice.