Da una parte l’immagine del sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, che brinda a poche ore dalla chiusura dei seggi la vittoria al primo turno, dall’altra la caduta della “Betlemme della Lega”, la città natale di Umberto Bossi, Cassano Magnago, e l’arretramento in molti comuni. «Stiamo dimostrando di essere come i giapponesi dopo lo tsunami», dice sicuro Roberto Calderoli a La Padania, sottolineando i rischi che il movimento correva alla vigilia delle elezioni. Ma quale sarà l’impatto di questo voto su una Lega Nord comunque provata dai recenti scandali e dalla guerriglia interna? «A mio avviso le tensioni tra la Lega veneta e quella lombarda sono destinate a crescere – spiega a IlSussidiario.net Marco Cremonesi, esperto di Lega Nord del Corriere della Sera –. Il Veneto infatti ha tenuto molto meglio dei comuni della Lombardia e da tempo non tollera più l’egemonia dei lumbard. Certo, Flavio Tosi è un maroniano doc, ma in quelle terre i giochi le divisioni interne sono diverse rispetto a quelle che si vivono a Milano».
Non c’è molto da festeggiare quindi anche per Maroni? «Gli uomini dell’ex ministro dell’Interno hanno la loro lettura e la stanno illustrando ai quattro venti: ha vinto la nuova Lega, ha perso quella vecchia, ancora legata a Bossi. Forse però non è così semplice». Cosa intende dire? «Di certo Umberto Bossi, i bossiani e il cerchio magico hanno visto ridursi il proprio potere nell’ultimo periodo e alcune figure hanno dovuto proprio uscire di scena. Ma la decisione che il fondatore del Carroccio dovrà prendere nell’immediato futuro (ricandidarsi al ruolo di segretario o evitare di farlo per l’unità del movimento) sarà comunque molto significativa, nonostante le contromosse che potranno mettere in atto i “barbari sognanti”. In fondo c’è ancora una parte della base che non digerisce i comportamenti divisivi di Maroni o dello stesso Tosi, che anche ieri ha ribadito: il Senatùr deve farsi da parte». Che scenari si aprono quindi per i prossimi congressi leghisti? «Per le ragioni che dicevo prima, in Lombardia il candidato maroniano vincerà senza problemi, anche perché sarà l’unico. In Veneto invece Tosi dovrà probabilmente vedersela con un avversario.
Lì infatti il movimento si divide in due: da un lato chi sta con il sindaco di Verona, dall’altro chi è contro di lui. La situazione interna è molto più movimentata di quanto sembri. Basta leggere le dichiarazioni di Calderoli dopo la sconfitta “in casa” nel comune di Mozzo: “quando i leghisti, o i presunti tali, dividono il movimento questo è il risultato inevitabile”…». La “pulizia” maroniana è comunque finita o cadranno altre teste? «Sul futuro sembra valere il detto “avanti con la pulizia, ma poi la clemenza”. In pratica, chi dovrà essere avvisato, verrà avvisato, ma non ci saranno altre stragi».