“Non abbiamo scelta, il 2013 è troppo lontano, le procure mi perseguitano, i giudici vogliono condannarmi prima della campagna elettorale”. Per questo, riporta oggi La Repubblica, Berlusconi dice basta al governo tecnico e chiede il voto subito, a novembre. L’improvvisa sterzata dell’ex premier prende corpo nel giro di 24 ore e punta a una rapida approvazione della legge elettorale, uno dei temi di cui si è discusso in un recente vertice convocato d’urgenza a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, a cui erano presenti Alfano, Verdini, Ghedini e Bonaiuti. L’obiettivo? Mettersi d’accordo con il Pd il più in fretta possibile e archiviare una volta per tutte il Porcellum. Questo perché, come viene ricostruito da La Repubblica, Berlusconi rischia di dover fare i conti con una condanna in primo grado nel processo Ruby che potrebbe arrivare già tra novembre e dicembre. E per questo è quindi necessario mettersi d’accordo il prima possibile sulla legge elettorale e andare al voto. E pensare che solo pochi giorni fa il segretario del Pdl Angelino Alfano, intervistato dal Corriere della Sera, aveva sottolineato che il voto sarebbe avvenuto non prima di sei mesi: “Silvio Berlusconi che guida una campagna elettorale che punta al pareggio? Noi corriamo per vincere e governare”, aveva detto Alfano, e “gli elettori devono avere chiara l’alternativa tra due modelli”. “Siamo determinati a realizzare la nuova legge elettorale. Va fatta in tempi stretti”, ha aggiunto il segretario del Pdl, specificando tra l’altro che non c’é “alcun automatismo” tra la sua approvazione e eventuali elezioni anticipate. “Intanto facciamo la legge – ha continuato -, poi usiamo al meglio il tempo che abbiamo per avviare una svolta economica e quindi andremo al voto tra sei mesi nella chiarezza e nella distinzione delle squadre e dei programmi”. “Da un lato c’é chi, come il Pd, ha in mente una tradizionale politica ‘tassa e spendi’, con tasse alte e spesa alta. Dall’altro – ha spiegato Alfano – c’é chi, come noi, privilegia un’impostazione liberale di attacco a debito, di riduzione della spesa e delle tasse, e con un occhio sempre rivolto alla crescita e al rilancio dell’economia e del potere di spesa delle famiglie. E’ un’alternativa secca che gli italiani comprenderanno bene”.
Il programma del Pdl “sarà un grande ‘piano contro la rassegnazione’ e per restituire speranza all’Italia e fiducia in se stessi e nella propria patria agli italiani. Anche stavolta ce la faremo”. Infine, per quanto riguarda eventuali alleanze, “non posso credere che Casini si adatterà alla politica ‘tasse e Cgil’ della sinistra, e neppure che potrà scegliere prima la linea della corsa solitaria, salvo poi convergere a posteriori, senza prima dirlo agli elettori, con un programma economico di quel tipo”, ha dichiarato il segretario del Pdl.