Qualcuno parla di frattura interna, altri di guerra vera e propria dentro il Movimento 5 Stelle. Sta di fatto che alcuni appartenenti al movimento fondato da Beppe Grillo, espulsi dal movimento stesso, hanno inviato una segnalazione alle autorità per le comunicazioni, la quale a sua volta ha aperto un fascicolo contro la società (Casaleggio e Associati) che possiede il marchio del partito. L’accusa è di pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Succede in Emilia-Rmagna, proprio dove, a Parma, il movimento di Grillo ha ottenuto la vittoria più eclatante con l’elezione di un sindaco, mentre oltre al caso in questione si segnala la polemica aperta tra il consigliere regionale Favia e quello comunale Bugani. E c’è malumore nella base per l’espulsione di Filippo Boriani decisa sul blog di Beppe Grillo. Adesso il folto numero di espulsi, tra cui Valentino Tavolazzi, sta creando una propria associazione, una rete, che si fa chiamare Movimento Revolution. Sono loro che hanno preparato l’esposto per l’Agcom. Nell’esposto si accusa il partito dell’ex comico genovese di essere in realtà una società di e-commerce, appunto la Casaleggio e Associati e quindi deve essere riconosciuta tale dai consumatori. Con il suo blog e il suo partito, insomma, Grillo permetterebbe a questa società di guadagnare dei soldi. Ecco cosa si dice nell’esposto: “Il blog Beppegrillo. it non può ritenersi un partito non avendo una struttura gerarchica, e non può ritenersi un movimento politico avendo un proprietario”. A guidare il Movimento Revolution ci sarebbe uno degli espulsi, Gaetano Vilnò che venne cacciato dal partito già nel 2009. C’è anche la richiesta di un incontro con il leader, ma lo staff dice di non sapere nulla di questa richiesta. Secondo il consigliere comunale del M5S, Federica Salsi, che pure rinnova a Grillo il ruolo di garante del partito, le espulsioni seguono un metodo “violento e brutale”. E intanto non si placa la polemica per la presenza di un gruppo di appartenenti al movimento alla recente festa del Pd in cui venne contestato Bersani.
Per il consigliere comunale bolognese Bugani quella iniziativa non è stata organizzata da lui: “Anzi, sono stato informato dagli attivisti del blitz alla festa e sono andato come garante, proprio per impedire che ci fossero incidenti”.