Prima di vedere cosa di buono potrà combinare Matteo Renzi se dovesse diventare segretario del Partito Democratico, occorre prima aspettare “la prova del budino, lo si scopre mangiandolo. Certo, quello visto finora non è particolarmente brillante”. A dirlo è Massimo D’Alema, il quale ha voluto replicare al sindaco di Firenze durante la trasmissione di Rai Tre, “Agorà, dove ha ribadito il suo assoluto sostegno alla candidatura di Gianni Cuperlo. Era stato infatti il rottamatore, appena ieri sera durante “Che tempo che fa” su Rai Tre, a rivolgersi all’ex segretario: “C’era un suo disegno: Renzi vince le primarie, ma nei segretari di circolo e tra gli iscritti non ce la fa. D’Alema pensa che se vinciamo noi distruggiamo la sinistra, dimenticando che l’hanno distrutta loro la sinistra”. Ma D’Alema non ci sta e risponde: “Renzi continua ad attaccarmi. Vorrei ricordargli che abbiamo vinto due volte le elezioni e abbiamo portato la sinistra italiana per la prima volta nella sua storia al governo del Paese. Renzi mente. È spiritoso, ma superficiale e non depone a favore di chi dovrebbe diventare il leader del più grande partito italiano”. Poi, utilizzando addirittura le parole di Papa Francesco, D’Alema avverte che bisogna “diffidare dei falsi messia e dei falsi santoni”, quindi anche se Renzi è “un abilissimo comunicatore” che intende impostare la sua strategia in vista delle primarie sullo “scontro vecchio-nuovo”, mostra nel suo programma “un tardo blairismo”, contraddisto da una vena “liberista” in voga “negli anni Novanta”. Da allora, però, “sono passati tanti anni – spiega D’Alema – ed oggi la realtà è un’altra”. D’Alema non ci va leggero e definisce il primo cittadino fiorentino “superficiale e ignorante”, dicendo anche che “non può fare il gianburrasca: ha avuto il sostegno di De Luca, Bassolino, Veltroni, Fassino e Franceschini. Alcuni per convinzioni altri per opportunità. Sono curioso di vedere quali prezzi dovrà pagare a questo establishment”. Inoltre l’ex rottamatore, conclude D’Alema, “ha un grande sostegno da parte dei media e di vari poteri, da Carlo De Benedetti a Flavio Briatore”.