E se Berlusconi fuggisse all’estero, senza tuttavia darsi latitante? L’idea, piuttosto suggestiva, che circola in questi giorni, è che l’ex senatore decaduto, per aggirare l’incandidabilità prevista dalla legge Severino, nonché la pena accessoria dell’interedizione dai pubblici uffici, possa candidarsi alle Europee. Ma non in Italia. In Estonia, magari, dove vanterebbe un ottimo rapporto con l’imprenditore Ernesto Preatoni, famoso immobiliarista (che, interpellato sulla vicenda, ha seccamente smentito l’ipotesi). Il ragionamento è semplice: negli altri Paesi europei, la legge Severino non esiste, e gli effetti della normativa italiana decadrebbero. Abbiamo chiesto ragguagli in merito alla senatrice Maria Elisabetta Castellati, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.
Può confermarci le voci di corridio?
Al contrario. Berlusconi, prima della decadenza, ha detto chiaramente che esclude l’ipotesi. La domanda gli è stata rivolta esplicitamente, e ha detto che non ha alcun interesse.
Perché no?
Perché, semplicemente, lui afferma di essere innocente. E combatterà fino in fondo di per dimostrarlo. Inoltre, è convinto non solo che quanto gli sia capitato rappresenti una pagina nera per la democrazia ma che, in futuro, in tanti altri potrebbero subire il medesimo trattamento; ne risulterebbe inficiato lo stato di diritto. Inoltre, non gli è mai passato per la testa di lasciare l’Italia perché ama profondamente questo Paese.
Non crede che sarebbe comunque una strategia politicamente opportuna?
Non credo. A Berlusconi interessa l’agibilità in Italia. Non è affatto chiaro se una candidatura all’estero potrebbe garantirgliela; anzi, è piuttosto in dubbio che candidarsi in un altro Paese possa comportare la rimozione degli impedimenti nel Paese d’origine.
Potrebbe valerne la pena per l’immunità nei confronti di eventuali mandati d’arresto da parte di altre Procure.
Spero, anzitutto, che l’eventualità non verifichi. Nel merito, è una scelta talmente intima che non mi pare lecito dargli suggerimenti a tale proposito.
A livello giuridico, l’ipotesi è percorribile?
Tecnicamente, l’ipotesi non è ancora stata approfondita nel dettaglio. In ogni caso, quando abbiamo affrontato il tema della decadenza in Giunta, abbiamo posto il sindacato di di legittimità Costituzionale non solo per comprendere se la questione fosse manifestamente fondata, ma anche perché, appunto, in Europa, vigono leggi diverse.
Ci spieghi.
Il principio della retroattività della legge penale, in Europa, è scontato. Ci eravamo, quindi, posti dei dubbi che potessero riguardare le elezioni europee; ma, più che altro, per sottolineare tutti i problemi che la legge Severino ha indotto. Specialmente, in merito all’applicabilità al caso specifico di Berlusconi. Tuttavia, la Giunta per le elezioni ha bypassato il problema affermando che la decadenza rappresenta una sorta di presupposto, e non un effetto o una sanzione. La sanzione, penale, civile o amministrativa, infatti, avrebbe avuto il carattere della retroattività. In sostanza, si è prima deciso che sarebbe dovuto essere espulso e, in seguito, sono state create le condizioni per farlo.
Berlusconi potrebbe candidarsi alle Europee, ma in Italia?
Secondo noi, finché non si risolverà definitivamente la questione dell’incandidabilità, è molto difficile.
Confidate nelle Corti europee per il ribaltamento della sentenza?
Vede, i presupposti per definire l’illegittimità della decadenza prevista dalla Severino c’erano anche nell’ambito del dibattito in Giunta. Eppure, è andata come è andata. C’è da sperare, quindi, che non prevalgano le ragioni politiche rispetto ai principi di diritto.
(Paolo Nessi)