Il ministro della Giustizia Andrea Orlando nell’annuale relazione sull’amministrazione della giustizia ha difeso l’autonomia delle toghe, parlando di una riforma che “non ha finalità punitive” nei confronti dei magistrati. Il ministro ha parlato di corruzione che ha “dimensioni intollerabili”. “Le inchieste dimostrano che la corruzione ha raggiunto dimensioni intollerabile anche per il frequente suo intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini”, ha detto Orlando. “Il malfunzionamento del sistema giudiziario rappresenta, secondo chi ci guarda da fuori, uno dei più grandi macigni sulla strada della crescita”, ha aggiunto. Intanto la giustizia civile, che è stata oggetto di una riforma approvata dal Parlamento a novembre scorso, ha visto un calo delle cause pendenti al giugno del 2014 (4 milioni 800mila). Si tratta della prima volta dal 2009 che il dato scende “sotto la soglia dei 5 milioni”. Sul penale invece gli obiettivi sono il “rafforzamento del patteggiamento e la riforma del giudizio di appello, da trasformare in un controllo del giudizio di primo grado, e la razionalizzazione dei casi di ricorribilità per Cassazione”. In più, una parte della relazione, è stata dedicata alla minaccia terrorista: “La crescente minaccia del terrorismo pone obbligo di un rafforzamento degli strumenti di prevenzione e repressione” ed è “ineludibile introdurre nuove misure per rendere selettivi e stringenti i controlli sui materiali che potrebbero essere usati per attentati e sulle misure contro gli stranieri combattenti”. Migliore anche la situazione carceraria. Il ministro ha infatti comunicato che dal 31 dicembre 2014 i detenuti sono 53.623. La situazione è migliorata rispetto al 2013, quando i detenuti erano 62.536. (Serena Marotta)