Pier Carlo Padoan ha replicato alle “critiche” arrivate alle previsioni sul Pil contenute nella nota di aggiornamento al Def, spiegando che la crescita dell’1% è un obiettivo “ambizioso, ma realizzabile”, grazie a “una manovra che dà un boost, una spinta alla crescita”. E sulla Legge di bilancio sono arrivate anche le parole di Matteo Renzi nella sua e-news, nella quale ha annunciato che il provvedimento sarà pronto verso la fine della settimana prossima: “Il deficit continua a scendere, il Pil continua a salire. Passo dopo passo, piano piano, ma la direzione è quella. Ci sarà un primo intervento per aiutare i pensionati al minimo e consentire di uscire dal lavoro un po’ prima”. Il Premier aggiunge anche che “tutti i soldi per le scuole saranno fuori dal patto di stabilità: ragione per cui mi appello ai sindaci chiedendo loro di tornare a progettare, progettare, progettare”. «Se la legge di bilancio 2017 è quella illustrata nella sua ultima e-news, Matteo Renzi ammette dichiaratamente una netta sconfitta», ci dice però Francesco Forte, ex ministro delle Finanze.
Professor Forte, quale Legge di bilancio dobbiamo aspettarci?
I termini elusivi usati nell’e-news fanno capire che ci sarà una crescita molto modesta rispetto a quella di quest’anno, che poi non si sa di quanto sia. La crescita dell’anno prossimo potrebbe essere pari allo 0,1% in più rispetto a quest’anno, che a sua volta potrebbe sperare di essere dello 0,1% in più rispetto all’anno scorso. In questo modo avremmo +0,7% nel 2015, +0,8% nel 2016 e +0,9% nel 2017. Inoltre non si indica di quanto sarà il deficit 2016, e potrebbe calare dello 0,1% rispetto all’anno scorso.
Come valuta questa politica economica?
È una politica economica che non funziona, anche perché non si dice nulla sul debito, mentre la chiave di tutto è sapere se a causa di questa Legge di bilancio il debito salirà o scenderà. Renzi non dice nemmeno se la pressione tributaria aumenterà o diminuirà, e io penso che tenderà a restare perlomeno invariata o forse salirà lievemente. Per quanto riguarda gli investimenti fuori dal patto di stabilità, l’invito ai sindaci a fare progetti per le scuole significa che i fondi pubblici arriveranno solo in un secondo tempo. Fatto sta che la spesa in questione non è ancora stata messa a bilancio.
È soddisfatto delle misure relative a pensioni e fisco?
Per quanto riguarda le misure a favore delle pensioni, dal momento che Renzi non indica alcuna cifra significa che sarà un pasto molto magro. Il fatto poi che il Premier non dica nulla sulla riduzione delle imposte implica che quest’ultima non ci sarà. Sembra di capire che se questa è la legge di bilancio 2017, Renzi con questa e-news ammette una netta sconfitta.
Padoan ha spiegato che la manovra contribuirà per lo 0,4% al +1% del Pil nel 2017. Lo ritiene possibile?
Se noi spendiamo una cifra addizionale pari a 3.200 euro per ciascun immigrato, l’Italia avrà lo 0,2% di crescita in più. Poiché un immigrato costa 500 euro per il suo recupero e 1.200 per il suo mantenimento, è chiaro che la spesa per 100mila immigrati corrisponde allo 0,1% del Pil e quella per 200mila immigrati allo 0,2%. Le spese correnti per il terremoto sono fuori dal patto di stabilità e valgono lo 0,1% di Pil in più.
E con questo siamo al +0,3%…
Esattamente. Inoltre la spesa per le pensioni è finanziata in gran parte con credito bancario, e quindi non va a formare deficit, ma è comunque spesa pubblica sia pure finanziata da prestiti bancari. La spesa per le pensioni fa aumentare il Pil di un altro 0,1-0,15%. Attraverso questa spesa pubblica, che in parte è fuori bilancio per l’Italia e in parte lo è per l’Unione Europea, il governo fa aumentare il Pil dello 0,4%. Anche gli stessi aumenti ai dipendenti statali fanno parte della spesa pubblica che fa aumentare il Pil.
L’aumento del Pil farà crescere in misura corrispondente la domanda interna?
No. Naturalmente se le entrate aumentano in misura corrispondente, la loro percentuale sul Pil rimane invariata. Ciò comporta il fatto che noi avremo meno soldi da spendere, mentre chi ne avrà di più saranno i pensionati, gli impiegati pubblici e gli immigrati. Il resto degli italiani invece non beneficerà di questa crescita del Pil, anzi la pagherà con maggiori imposte.
(Pietro Vernizzi)