Interviene sull’Italicum anche il presidente dei deputati Pd, Ettore Rosato. Dopo che la Consulta ha modificato la Legge elettorale, Rosato, in un’intervista al Corriere della Sera, afferma che “se non ci sono le condizioni per fare la legge elettorale, meglio andare al voto. Noi lo diciamo nell’interesse degli italiani, prima che del Pd. E proponiamo una legge alternativa a quella uscita dalla Consulta, cioè il Mattarellum. Le altre proposte sono tutte molto confuse e divergenti tra di loro”. E aggiunge: “Se l’opposizione chiede solo le urne e i numeri al Senato non consentono di approvare leggi bloccate come omofobia e processo penale, prendiamo atto che la cosa che più serve al Paese sono rapide elezioni”. Il capogruppo Pd alla Camera, alle accuse di Bersani di proporre il Mattarellum per tattica, replica: “Non so chi fa più tattica, se noi o chi ha lasciato per dieci anni il Porcellum pur essendo in maggioranza”. Riguardo alle alleanze Rosato sottolinea che “non esiste nemmeno l’ipotesi di una lista che contenga Alfano o Verdini, comunque puntiamo al 40% e lo abbiamo già conquistato una volta”.
Un appello, forse più un ultimatum e una risposta netta: sul tema dell’Italicum, dopo la sentenza della Consulta che ha modificato la legge elettorale, interviene ancora Beppe Grillo lanciando un monito al rivale più accreditato per le prossime elezioni. Nel momento in cui il Pd cerca un accordo subito sulla Legge da modificare in Parlamento per poter poi andare al voto, il leader M5s prova a stuzzicare l’ex premier che probabilmente oggi all’Assemblea Pd proverà a controreplicare. «Renzi vuole votare davvero? E allora perché non fa dimettere Gentiloni? Lui ha la maggioranza. Sta mentendo. Il nostro obbiettivo è il 40», scrive su Twitter Beppe Grillo che poi sul suo blog continua la fase di attacco a Renzi, affermando come «Invece di autorottamarsi e andarsi a godere le coccole delle banche, Renzi ha aperto un blog che inneggia al futuro con un improbabile aforisma: ‘Il futuro prima o poi torna’. Fonzie è sempre Fonzie…». Insomma, la campagna elettorale se ancora non fosse chiaro è lanciata: ora resta da capire se realmente Renzi troverà una alleanza ampia che possa battere il M5s e raggiungere il fatidico 405 al primo turno. Insomma, alla fine si torna sempre sul Partito della Nazione…
La simulazione di come potrebbero finire le Elezioni Politiche andando al voto con l’Italicum modificato alla Camera e il Consultellum al Senato, non vede al momento nessun partito in grado di vincere e raggiungere il 40%, neanche nei migliori auspici di Renzi, Grillo o la triade di centrodestra. Lo studio compiuto dall’Istituto Demopolis il giorno dopo la sentenza della Consulta che ha di fatto eliminato il ballottaggio dall’impianto di legge elettorale approvata dal fu governo Renzi, reca importanti elementi di analisi: con il nuovo Italicum infatti, nessun governo potrà avvenire, a meno di larghe intese e alleanze tra partiti di versanti anche molto opposti. «Nessun partito raggiungerebbe il 40% dei consensi necessari a incassare il premio di maggioranza e qualunque la forza politica dovesse uscire vincitrice sarebbe costretta a scendere a patti con le forze minori», riporta lo studio pubblicato da Demopolis. Con le ultime rilevazioni di voto compiute, il Pd infatti arriva al 30%, e tutti gli altri sono un gradino sotto, non in grado comunque di arrivare da soli al primo turno sopra il 40%, nemmeno il centrodestra assommato ai tre partiti in lizza. «Appare oggi improbabile che una lista, da sola, possa raggiungere la soglia del 40%, in grado di garantire alla Camera il premio di maggioranza dopo l’abolizione del ballottaggio da parte della Corte Costituzionale. E, in ogni caso, se per ipotesi accadesse, la lista non avrebbe comunque una maggioranza al Senato dove si voterebbe con un proporzionale puro su base regionale, senza alcun premio di governabilità», spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento. La soglia da raggiungere alla Camera per la maggioranza è di 316 seggi, e neanche un accordo Pd, Forza Italia e Ncd ad oggi porterebbe i risultati sperati (solo 296 seggi); ci vuole dunque un accordo più ampio e una disposizione al compromesso che al momento sembra assai lontana dalle forze politiche.