Caro direttore, scrivo perché confido nella vostra lungimiranza, nella correttezza e serietà che dimostrate e avete dimostrato nel corso del tempo. Il mio scritto più che un punto di vista è un appello, un ultimo grido, una sorta di “chiamata alle armi” di chi come me non vuole rassegnarsi alla definitiva morte, sepoltura e conseguente oblio al quale la nostra Nazione sembra oramai essersi adattata. Spero quindi che queste parole possano essere lette, condivise ed evidenziate il più possibile in modo tale che, se ancora esiste, ci sia gente di buona volontà che raccolga il mio invito.
È francamente desolante il livello della nostra politica, rappresentata da persone, uomini e donne, che non hanno la minima idea di come far resuscitare il nostro Paese da una profonda crisi economica e sociale. In questi giorni si è dato il via alla campagna elettorale: ebbene, direttore, sembra che tutti i programmi politici da destra a sinistra si basino su spot elettorali fini a se stessi. Sento parlare di abolizione della legge Fornero, di ius soli, di azzeramento delle tasse universitarie, di uscita dalla moneta unica europea, di abolizione del canone Rai… devo andare avanti? Per favore no! È uno squallore! Questi non sono programmi politici per una Nazione, sono spot elettorali, sono urla di venditori ambulanti di un mercato rionale. Non voglio essere maleducato, ma le cose debbono essere chiamate per quello che sono. Il cittadino italiano viene preso in giro da queste persone che dovrebbero reggere e rappresentare nel mondo l’Italia.
Non ho sentito parlare un politico, dico uno, che abbia una visione lungimirante di politica, che non sia basata su singoli interventi ma su di un insieme di azioni globali e organiche basate sul medio lungo periodo. Mi chiedo come si possa basare una campagna elettorale sullo ius soli quando ci sono migliaia di persone che hanno una pensione che non permette loro di arrivare a fine mese, quando in alcune regioni per una mammografia si deve attendere mesi, quando in alcune scuole non sia ha la carta igienica nei bagni. Come si possa proporre l’abolizione della legge Fornero o del canone Rai quando in Campania le strade sono piene di immondizia, quando un commerciante non riesce ad aprire un’attività schiacciato dalla burocrazia. Come si possa non pensare a lanciare un piano nazionale di risparmio dell’acqua ammodernando le nostre tubature senza ritrovarci di nuovo l’estate a fare i conti con la siccità, come si possa non pensare ad ammodernare i nostri servizi pubblici di trasporto (Roma, una capitale europea ad avere 2 linee e mezzo della metropolitana), come si possa non pensare a investire nella cultura, nelle nostre bellezze artistiche e nella loro valorizzazione. No, invece si pensa a tagliare il canone Rai, tagliare quella tassa, ad abbassarne un’altra mentre il Paese soccombe e arretra rispetto al resto d’Europa in cui valori quali l’educazione civica, il rispetto per l’ambiente e per la cosa pubblica sono le linee guida imprescindibili dell’azione politica.
Noi italiani meritiamo rispetto. E i politici di oggi non lo hanno nei nostri confronti prendendoci in giro con questa politica da mercato rionale, da urlatore, da demagogo. Io spero che queste mie parole non vengano interpretate come una mancanza di rispetto, ma come un accorato appello a chi ancora ha a cuore l’Italia e il suo futuro. Ho 44 anni e rimpiango la prima repubblica poiché almeno i politici di allora avevano uno spessore culturale che li illuminava. Ho 44 anni e vorrei continuare a vivere nel Paese che ha dato i natali alla mia famiglia senza essere costretto ad andarmene perché ho diritto a vivere qui.
Per favore, che si faccia avanti qualcuno che abbia una visione illuminata della nostra politica e che si confronti con i cittadini con dei programmi di civiltà e di ampio respiro, non con degli spot pubblicitari senza un impatto di lungo periodo.
Pietro Guerra