Il risultato è stato tutt’altro che scontato, del resto è stato uno dei congressi più sofferti della storia dei socialdemocratici tedeschi, ma la Spd alla fine ha votato a favore della “Grosse Koalition”, la Grande Coalizione. Salvo sorprese, domani i vertici dei partiti si incontreranno, quindi il nuovo governo in Germania dovrebbe essere in piedi prima di Pasqua, preceduto da un contratto che dovrà essere sottoposto prima al referendum degli iscritti socialdemocratici. In molti comunque hanno tirato un sospiro di sollievo oggi: dal leader Martin Schulz alla cancelliera Angela Merkel. L’Spd alla fine ne esce lacerato? Per l’opposizione interna si sta annientando sotto il giogo della Merkel abdicando alla propria identità in nome della “ragion di Stato”. Di questo avviso è Kevin Kuhner, la star in ascesa del partito e uno dei principali oppositori della Grande Coalizione. Oggi ha ricordato che all’interno del partito c’è una «grave crisi di fiducia». Il timore è che coabitando nel governo della Merkel il partito possa “annacquarsi”. Alla fine, come riportato dall’Agi, forse sono state le donne della Spd a far pendere la bilancia del congresso di Bonn a favore della ripresa delle trattative. Andrea Nahles, la combattiva capogruppo al Bundestag ed ex ministro del Lavoro ha affermato che «gli elettori ci prenderanno per matti se li facciamo tornare di nuovo alle urne». Idem Malu Dreyer, governatrice della Renania Palatinato: «Gente, dobbiamo avere un po’ più consapevolezza di noi stessi». (agg. di Silvana Palazzo)
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
Il congresso dei socialdemocratici tedeschi dell’Spd ha votato in modo a favore della Grande Coalizione per il governo tedesco con 362 delegati a favore della mozione sostenuta dal leader Schulz e 279 contrari. Un risultato che ha scatenato immediatamente la reazione della cancelliera Angela Merkel, la quale si è detta molto “lieta” del risultato raggiunto. La linea di Schulz ha certamente vinto ma non sfondato, al punto tale da aver necessariamente richiesto la conta dei voti a Bonn. In riferimento ai 642 delegati presenti al congresso, sono stati il 56,4% a pronunciarsi in favore del governo la la Merkel e questo risultato ha spinto i contrari alla Grande Coalizione ad autodefinirsi comunque una “minoranza qualificata”. In riferimento alle altre reazioni internazionali, oltre al premier Gentiloni che si è espresso nelle passate ore su Twitter che ha definito il risultato raggiunto “Un passo avanti per il futuro dell’Europa”, c’è anche quello del capo di gabinetto del presidente della Commissione Ue Juncker, il tedesco Martin Selmayr che ha ribadito sempre via social: “Un’ottima notizia per un’Europa più unita, forte e democratica!”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ACCORDO SOFFERTO AL CONGRESSO
Alla fine il Governo in Germania si avrà e con la Grande Coalizione di Spd-Cdu-Csu tutti uniti: già lo scorso 12 gennaio i negoziatori dei due grandi partiti tedeschi avevano raggiunto l’accordo ma oggi i attendeva la prova più importante, ovvero il voto al Congresso Straordinario Spd convocato da Martin Schulz. Ebbene a Bonn i socialdemocratici dovevano esprimersi sulla non entusiasmante opzione di correre ancora con la nemica Angela Merkel verso il suo quarto mandato consecutivo e il secondo di Grande Coalizione: dopo aver fatto tutta la campagna elettorale spingendo sul “mai più con Merkel” doversi trovare mesi dopo a votare per una nuova Grosse Koalition è stato certamente sofferto e non proprio accettato da tutti i delegati. Alla fine però il Sì al governo è stato strappato con la mozione di Schulz votata positivamente da 362 delegati su 642 (279 i contrari): i socialdemocratici vanno dunque ancora con i conservatori cristiani della Cancelliera, non senza difficoltà durante il Congresso. «Rispetto ai 642 delegati presenti al congresso dell’Spd, per il sì al governo con Angela Merkel si è pronunciato il 56,4%. Un risultato che rende i contrari alla grande coalizione una “minoranza qualificata», spiega l’inviato di Tg Com24 da Bonn. La relazione di Schulz è stata votata ma non da tutti mentre qualche mese fa lo vedevamo incoronato leader “massimo” della Spd pronto a vincere le elezioni, oggi la sua è una “vittoria di Pirro” che di nuovo consegna il partito ad una subalternità alla corazzata Merkel (che comunque dimostra di non essere più la campionessa elettorale che era un tempo, ndr)
UE SODDISFATTA
«Il pre-accordo con Merkel è un manifesto per una Germania europea», diceva Schulz questa mattina davanti al suo partito. Secondo il segretario dei socialdemocratici rinunciare all’opportunità di stare al governo per riformare l’Europa insieme alla Francia di Macron «sarebbe un errore«. Insomma, “con” Merkel per poter stare con Macron: questa la linea sottile comunque passata, non certo indenne per Martin Schulz che si trova sempre sulla graticola di buona parte del proprio partito. «Governare e innovare non sono in contraddizione e ha promesso anzitutto un percorso di rinnovamento per i socialdemocratici», ha spiegato ancora la relazione del “nuovo” alleato interno alla Grande Coalizione del Bundestag. «Un’ottima notizia per un’Europa più unita, forte e democratica!», ha reagito bene l’Unione Europea con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. Ok indiscusso di Macron che ha chiamato nei giorni scorsi Schulz – come confermato dal politico tedesco – per “confermare” l’endorsment sulla Grande Coalizione Cdu-Csu e socialdemocratici tedeschi. Il nostro premier Paolo Gentiloni conferma l’appoggio dell’Italia e di tutti i principali leader europei all’accordo raggiunto in Germania: «Passa a maggioranza la proposta di Martin Schulz per concludere un accordo di grande coalizione. Un passo avanti per il futuro dell’Europa».