Da «inadatto a governare» Silvio Berlusconi è diventato il possibile «salvatore politico dell’Italia». Ha aggiustato il tiro Bill Emmott, ex direttore del quotidiano britannico The Economist. Quali sono i motivi che l’hanno spinto a 17 anni di distanza a cambiare registro nei confronti dell’ex Cavaliere? Lo ha spiegato anche in “The Bunga Bunga Party Returns to Italy”, la sua ultima analisi sul voto italiano per Project Syndicate. «La più grande forza di Berlusconi è stata sempre la costruzione di coalizioni», ha scritto in riferimento alle prossime elezioni politiche. «Ha ammorbidito la sua immagine, rivolgendosi ai pensionati e professando un nuovo interesse per i diritti degli animali», ha aggiunto Emmott, secondo cui assicurarsi la maggioranza assoluta non è una missione impossibile per il leader di Forza Italia. «Se la sua colazione vincerà, sceglierà il primo ministro. Più probabilmente sarà l’attore chiave nei negoziati per un governo di centrodestra e centrosinistra», ha aggiunto. Per lui lo scenario politico italiano è chiaro. «Il risultato dovrebbe essere disordinato e inconcludente», ha scritto infatti l’ex direttore del The Economist in riferimento all’esito delle elezioni.
“BERLUSCONI PUÒ SALVARE L’ITALIA”
Silvio Berlusconi non è l’uomo giusto per guidare l’Italia? Ma comunque può salvarla. Il cambiamento è sorprendente quanto clamoroso. Sono passati molti anni da quando Bill Emmott firmò la copertina dell’Economist che fece infuriare l’ex Cavaliere, ora invece non esclude che possa essere il «salvatore politico» dell’Italia. Cosa è cambiato dal 2001? In realtà nulla per Bill Emmott, che non ha neppure cambiato opinione su Berlusconi. «Resta inadeguato a guidare l’Italia», ha ribadito al Corriere della Sera. L’ex direttore dell’Economist poi ha spiegato la sua tesi: «Potrebbe essere determinante per formare una coalizione centrista in grado di impedire a M5s o Lega di essere forza trainante nella formazione del nuovo governo». La chiave, dunque, è qui: la posizione del leader di Forza Italia è più moderata di quelle di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e questo potrebbe giocare a suo favore alle prossime elezioni. Un altro aspetto non di poco conto è il fatto che non possa diventare premier: «Sarà un manovratore dietro le quinte, è in quel ruolo che dobbiamo valutarlo e in quel ruolo non credo possa essere così negativo».
BILL EMMOTT APRE AL RITORNO DI BERLUSCONI
Nel 2001 veniva giudicato «inadatto» a guidare l’Italia, nel 2011 l’Europa aspettava col fiato sospeso le sue dimissioni, ora si spera nel ritorno politico di Silvio Berlusconi, che in realtà non se ne è mai andato. «Sì, è un po’ ironico. Dire che l’Europa spera in lui però può essere fuorviante: spera in una coalizione centrista moderata, o in una grande coalizione», ha precisato Bill Emmott nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Matteo Renzi resta più popolare dell’ex Cavaliere, ma «Berlusconi ha più possibilità di formare una coalizione perché non ha irritato tanta gente quanto il leader dem». In sintesi, è più abile per il sistema italiano, mentre Renzi non ha né amici né alleati. Si passa allora all’analisi di Renzi, il cui errore è stato per l’ex direttore dell’Economist «non aver costruito una vera squadra e non aver facilitato la collaborazione tra i partner di coalizione e dentro il Pd è stata la sua grande debolezza». Inoltre, ha puntato troppo dal punto di vista politico sul referendum. «Ha commesso una serie di tragici errori», spiega Emmott, secondo cui il leader dem è stato «troppo arrogante».
BERLUSCONI ARGINE AL POPULISMO?
Un ritorno in grande stile di Matteo Renzi? Per Bill Emmott è improbabile: «Credo abbia perso la capacità di far sì che le persone collaborino con lui o lo seguano, cosa di cui ogni leader ha bisogno», ha dichiarato al Corriere della Sera. Per l’ex direttore dell’Economist il leader dem non ha una capacità che invece Silvio Berlusconi possiede: «Oltre al vantaggio di avere dei canali televisivi, è l’abilità di fare compromessi e formare alleanze». Il Movimento 5 Stelle invece resta privo di esperienza e credibilità per Emmott: «Forse è un po’ ingiusto dire che al governo sarebbero come la Casa Bianca di Trump, ma in qualche modo sì, potenzialmente potrebbero essere altrettanto ”sperimentali” e caotici». Matteo Salvini invece per gli europeisti potrebbe essere un pericolo anche maggiore dei grillini: «Infatti l’Europa deve sperare che Forza Italia emerga più forte della Lega: il peggiore risultato sarebbe una vittoria del centrodestra con Salvini davanti».