Un momento particolare quello avvenuto ieri durante la manifestazione M5s a Roma alla Bocca di Verità: sul palco assieme a tutti i ministri grillini appena nominati, Di Maio ha chiamato Sergio Bramini per annunciare la sua nomina come consulente al Mise, dove da venerdì siede proprio il capo politico dei 5Stelle. Si tratta dell’imprenditore 71enne originario di Monza che nonostante il credito di 4 milioni di euro accumulato dalla sua azienda tra le più importanti della Brianza per la raccolta dei rifiuti, ha dovuto dichiara fallimento per la mancanza di pagamento e i ritardi della lentissima macchina burocratica dello Stato. Non solo, si è visto portare via la sua villa ipotecata per poter scongiurare il fallimento e salvare la società con i suoi 32 dipendenti: ieri, dal palco del M5s, Di Maio lo ha chiamato e gli ha confermato quanto aveva promesso prima delle Elezioni, «una volta al Governo lavorerai nel Ministero dello Sviluppo Economico come consulente». Su Facebook poi il leader grillino ha rilanciato: «Adesso lo Stato siamo noi. Sergio Bramini è un imprenditore monzese fallito per colpa dello Stato che, nonostante il credito di 4 milioni di euro accumulato dalla sua società, si è visto portare via la sua casa ipotecata per scongiurare il fallimento e salvare la società e i suoi 32 dipendenti», scrive il capo politico del Movimento, che poi aggiunge «gli avevo promesso che se fossimo andati al governo lo avrei portato con me per far sì che nessun altro imprenditore si debba trovare a subire l’ingiustizia che gli è toccata in sorte. Da oggi lavorerà con me al Ministero dello Sviluppo Economico, al servizio degli imprenditori onesti. Lo Stato è finalmente dalla parte dei cittadini».
LA “RICETTA” DI SERGIO BRAMINI
Oggi i colleghi di Tg Com24 hanno raggiunto e intervistato lo stesso imprenditore monzese che in periodo di campagna elettorale fu visitato sia da Di Maio che da Matteo Salvini che promisero una soluzione all’indegna vicenda che lo ha colpito negli ultimi anni di rapporti con la “macchina pubblica”. Bramini ha inquadrato il suo ruolo che gli spetta dopo la nomina del Governo M5s: «Proporrò una revisione delle leggi esistenti con qualche aggiunta e logicamente sarà coinvolta anche la Lega. La mia idea è far sì che agli imprenditori non succeda più quello che è successo a me». Quando poi gli viene chiesto che effetto possa fare collaborare con quello Stato che fino a poco fa era “il nemico”? «Voglio poterlo considerare un amico. Sto riunendo le associazioni italiane, che serviranno da molla per il governo». In un’altra intervista, questa volta al Corriere della Sera, ancora Bramini spiega di non potersi girare dall’altra parte, «devo occuparmi dei tanti che come me si sono visti cacciare ingiustamente dalla propria casa. Voglio studiare e ascoltare le associazioni che rappresentano chi vive esperienza coma la mia». Secondo Bramini bisognerà radunare tutte queste esperienze e porle sotto un’unica sigla, proponendo un pacchetto di norme adeguato e corrispondente che si chiamerà per l’appunto “legge Bramini”.