Bisogna premettere un qualcosa di essenziale sulla tragedia occorsa a Genova con il crollo del Ponte Morandi: non vi sono responsabilità che possono essere imputate a “partiti politici” o singoli esponenti che negli anni hanno “trattato” il delicatissimo tema delle grandi opere in una regione complessa e fisicamente assai fragile come la Liguria. Quanto avvenuto nell’immediato post-tragedia, con gli attacchi trasversali tra Governo e opposizione (non tutti, solo alcuni esponenti) ha qualcosa di molto simile al disgusto, specie perché si sta parlando mentre ancora si scava a Genova per cercare persone forse ancora vive, dove fino alle 11.50 oggi c’era un viadotto e ora vi sono solo macerie. Al netto di questa premessa, quanto andava combattendo il Movimento 5 Stelle non decenni fa, ma l’8 aprile 2013 aveva e ha molto a che fare con le “teorie” molto poco scientifiche e assai tanto “politiche” che spesso si costruiscono attorno a problemi assai seri. Dire, come scriveva il Coordinamento dei Comitati No Gronda “ospitati” sul Blog M5s, «Ci viene poi raccontata la favoletta dell’imminente crollo del ponte Morandi» è chiaro che viene letto oggi come qualcosa di aberrante. Dopo è sempre molto facile parlare, eppure qui non si sta facendo la caccia alla “coerenza” ma si invita sul caso di Genova e i prossimi (si spera mai) casi del genere ad avere un atteggiamento più serio e costruttivo. Di certo non quello tenuto dai “No Gronda di Ponente” (l’autostrada che da Genova andrebbe verso Nord, secondo il progetto ancora non partito proprio per alcune resistenze degli ultimi governi): il The Post Internazionale ha rilanciato quest’oggi, con tanto di foto, il documento di quel Coordinamento ripubblicato anche dal sito del Movimento 5 Stelle nel 2013. Oggi è stato rimosso, ma non è difficile recuperarlo (ecco qui il testo integrale).



IL DISCORSO DI GRILLO CON I “NO GRONDA DI PONENTE”

In quel comunicato si ribadisce la posizione contraria all’autostrada che tra le grandi opere dell’immediato futuro in Italia sarebbe dovuta servire anche a decongestionare l’area trafficatissima in Genova che passava sopra il viadotto Morandi: «Il Presidente della Regione aveva raccolto intorno a sé i soliti potenti con i loro slogan favorevoli alla realizzazioni della Gronda di Ponente, ma che a fronte della mancanza assoluta di dati oggettivi a nostro avviso è servito solamente a ribadire ancora una volta quanto siano distanti certi interessi da quelli dei semplici cittadini», si legge nel comunicato oggi rimosso dal Blog delle Stelle. Una “favoletta” che oggi diventa tragedia e che non può certamente essere imputata ai grillini: ma di certo una “minor” miopia in merito sarebbe consigliabile. La stessa che avrebbe dovuto osservare Beppe Grillo quando nel 2014 rilanciava in piazza le battaglie dei No Gronda (sulla falsa riga di quanto successo anche con i No Tav e No Tap, altre materie scottanti di queste ultime settimane): «fermiamoli con l’esercito», in riferimento a coloro che spingevano per fare quella grande opera utile a creare una via “alternativa” alla congestione del ponte oggi crollato.

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