GLI ERRORI POLITICI DELL’UE E IL RUOLO DELLA CINA: L’INTERVISTA A ROMANO PRODI
Nell’intervista registrata prima della dolorosa scomparsa della moglie Flavia Franzoni, l’ex Premier e Presidente della Commissione Ue Romano Prodi racconta a Federico Rampini il perché la Cina abbia preso ormai stabilmente il ruolo centrale di “modello” che un tempo apparteneva all’Europa. Il dialogo anticipato in ampi stralci oggi sul “Corriere della Sera” andrà in scena nel nuovo programma per La7 “Inchieste da fermo”, al via oggi alle 21.15 sul canale 7: i ricordi dell’IRI, i rapporti con l’ex leader comunista Deng Xiaoping e l’evoluzione della Cina con Xi; di questo e molto altro Prodi racconta a Rampini, idealmente il giorno dopo la visita di Blinken al Presidente del Partito Comunista cinese.
«Il vero problema è il passaggio dalla priorità dell’economia alla priorità della politica. La lite non è su tutti i beni», racconta Prodi sottolineando come per anni l’Europa è stata il vero modello osservato dalla Cina comunista, ma da quando è arrivato Xi Jinping «il linguaggio è diverso; è una Cina assertiva, che dice: noi abbiamo tirato fuori dalla miseria 800 milioni di persone. Voi litigate, andate lentamente. Il mondo guarderà a noi e non a voi». Intervenendo ieri alla presentazione del ‘Master in European Union Studies: Cultures and History, Policies and Global Perspectives’ dell’università telematica Uninettuno, è ancora Prodi a raccontare il perché l’’Europa abbia perso centralità e peso a livello mondiale: «Massacranti errori politici dalla guerra in Iraq in poi hanno diminuito l’influenza europea nei paesi mediterranei, solo un’attenzione e una politica comune possono portare ad azioni concrete. Questi paesi sono influenzati da potenze non europee dalle grandi capacità economiche. Ormai non è più un mare nostrum, è un mare lorum».
PRODI: “L’ITALIA SBAGLIÒ A FIRMARE L’INTESA CON LA CINA NEL 2019”
Stoppando un attimo il tema dell’Europa e puntando l’attenzione su quanto fatto dall’Italia nel 2019 con la firma del Premier Giuseppe Conte all’intesa sulla Nuova Via della Seta – unico Paese in tutto il G7 a farlo, con reazione durissima degli Stati Uniti – Prodi racconta che benefici veri l’Italia da quella firma non ne ha avuti, Anzi: «io avrei firmato insieme agli altri Paesi europei. Noi dobbiamo lavorare con la Germania e con la Francia e con la Spagna perché questo è il blocco nostro», racconta ancora a La7 e al “Corriere della Sera”.
La Cina e gli Stati Uniti continuano una politica fortemente ostile l’uno contro l’altro: ma il vero cambiamento, sottolinea Romano Prodi, è che l’Europa non conta più e la Russia conta di meno dopo la guerra in Ucraina. «La democrazia si esporta solo con la democrazia come abbiamo fatto noi con l’allargamento europeo. La mia speranza è che l’Europa finalmente crei una sua unità per giocare un ruolo di arbitro in questa situazione. Oggi non è così», riflette l’ex Presidente Pd. Nel recente viaggio di Macron e Von der Leyen in Cina si è dimostrato plasticamente tutta la debolezza dell’istituzione Europa, conclude Prodi: «Macron è stato ricevuto in aeroporto dal presidente Xi Jinping, lei da funzionari minori. Lui è stato trattato alla pari, lei no. Questo è un errore enorme perché Macron da solo non potrà mai raggiungere gli obiettivi che ha annunciato. Anzi, la guerra in Ucraina ha prodotto un cambiamento enorme. Adesso che cambia il bilancio militare tedesco, i rapporti di forza cambieranno. E Macron può diventare fortissimo solo se porta i suoi punti di forza (diritto di veto al Consiglio di sicurezza Onu e deterrenza nucleare) a livello europeo».