La vaccinazione eterologa difende meglio dalla variante Delta rispetto a quella omologa. A confermarlo è il professor Giuseppe Remuzzi, che ha citato uno studio di ricercatori tedeschi pubblicato il 17 agosto su Lancet da cui è emerso che chi ha ricevuto il mix di vaccini aveva “una risposta immune molto più robusta rispetto alle varianti”. Ma questo non vuol dire che così si evita la terza dosa: “Dipende da tante variabili, inclusa la risposta cellulare, e qui il problema è molto più complesso anche da studiare”. Il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS ne ha parlato oggi a Libero, spiegando che questo studio “dimostra che l’omologa riesce a neutralizzare con efficacia la variante Alfa, ma è meno ‘forte’ con Beta, Gamma e Delta. A differenza dell’eterologa che è molto efficace rispetto a tutte le varianti”. Ciò potrebbe accadere verosimilmente con gli adolescenti, anche se i dati per loro sono ancora pochi.
Riguardo, invece, il problema delle trombosi con i vaccini AstraZeneca, Remuzzi ha citato uno studio di Oxford condotto su 30 milioni di persone: “C’è un rischio di trombosi associato a piastrine basse molto raro con Astrazeneca, la forchetta va da un caso ogni 100 mila iniezioni a un caso ogni milione a seconda dell’area geografica”. Inoltre, emergono casi altrettanto rari di trombosi per Pfizer e Moderna. “Il punto è che se prendi il virus la probabilità di avere una trombosi è da 5 a 10 volte superiore e stiamo parlando di una forma di trombosi più grave e che dura più a lungo”. E c’è un altro aspetto da valutare: “Adesso sappiamo dal lavoro pubblicato sul British medical journal dai ricercatori di Oxford che il vaccino addirittura protegge dalle trombosi”.
“VACCINAZIONE LIMITA CIRCOLAZIONE COVID”
Il professor Giuseppe Remuzzi nell’intervista a Libero ha ricordato anche perché è importante vaccinare i giovani: “La vaccinazione limita la circolazione del virus. È quindi giusto che soprattutto loro, che hanno una vita sociale più attiva, si immunizzino”. Se è vero che corrono meno rischi col contagio, d’altra parte ci sono ragazzi con patologie per i quali vaccinarsi è importante, ma Remuzzi ricorda anche la forma rara di sindrome infiammatoria multisistemica. A proposito del caso della pallavolista Francesca Marcon, che sostiene di essere stata colpita da pericardite a causa del vaccino, Remuzzi ha ricordato che sono casi rari e non gravi: “Pensi invece quanti ricoveri e decessi sono state evitati”. Per quanto riguarda gli scenari futuri, potremmo stare più tranquilli da fine settembre, quando dovremmo aver raggiunto la soglia dell’80% della popolazione vaccinata: “Lasciamo stare i ‘no vax’ ideologici, quelli non cambieranno mai idea, ma tutti gli altri vanno rintracciati e convinti. Chi ha paura dovrebbe almeno considerare che se continuiamo a occupare posti in rianimazione con persone non vaccinate, finiamo per creare un danno enorme a tutti gli altri”.
A tal proposito, la terza dose non è urgente, se non per i fragili. Invece, a proposito delle cure domiciliari, Giuseppe Remuzzi ha ribadito che bisogna rivalutare il ruolo del medico di base e puntare sulla terapie precoce per ridurre il ricorso agli ospedali. Ha citato allora uno studio indiano sull’indometacina, farmaco grazie al quale “nessuno di quei malati ha avuto bisogno dell’ossigeno”. Un altro studio pubblicato su Lancet riguarda un preparato antiasma che contiene una piccola dose di Budesonide, cortisone, “che riduce del 90% la necessità di cure intensive. Bastano due inalazioni al giorno fino a quando i sintomi si risolvono”. Quel che conta è essere tempestivi.