Riccardo Riccò è nato a Sassuolo il primo settembre del 1983. Iniziò a far parlare di lui nel 2006 quando si affacciò al ciclismo professionistico, diventando “Il Cobra”. Tutti lo consideravano un talento difficile da eguagliare, ma lui rovinò tutto in un giro di doping che lo portò alla squalifica fino al 2024. Ora è pronto a buttarsi in una nuova avventura e ha deciso di raccontarlo al Corriere della Sera, prima però torna sul suo passato: “Ero un bulletto di talento, un idiota che ha buttato al vento soldi e carriera. Avessi gestito le gambe e la rabbia di allora con la testa di oggi avrei vinto Giro d’Italia e Tour de France. Il mio destino era però segnato, nella vita non decidiamo noi quando maturare”.
Riccardo Riccò, dal ciclismo ai gelati come è cambiata la sua vita?
La vita di Riccardo Riccò è cambiata, lasciandosi ormai alle spalle il mondo del ciclismo si è dovuto reinventare e l’ha fatto in cucina. È infatti diventato un ottimo gelataio, proprietario di Chocololo a Vignola: “Il Puffo Blu non lo chiede più nessuno. I bambini vogliono la Puffetta Rosa che è più croccante e con meno zucchero oltre a Nutellone, Rocher e Oreo. Gli adulti prediligono il triplo pistacchio, il cioccolato dark e il mascarpone con cuore di panna alla Torta Barozzi che è la specialità di queste zone”. Nonostante abbia buttato una carriera da professionista al vento Riccardo però ha dimostrato di avere fegato da vendere e di essere un campione nella vita.