Nelle sale di Palazzo Venezia, dal novembre scorso fino al 6 febbraio avviene un incontro di portata millenaria: l’Impero Romano nel momento di massima espansione fronteggia quello che parallelamente si sviluppò in Cina nello stesso momento, nel lasso di tempo che va dal terzo fino al secondo secolo dopo cristo.
Da un’intuizione della Soprintendenza per il patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Citta’ di Roma, l’esposizione muove nella città eterna dopo un tour mondiale a partire dalla sua nascita a Pechino nel 2006, offrendo l’occasione di una riflessione storico culturale ed un confronto artistico tra gli imperi che diedero vita alle due più grandi civiltà della storia antica, quella romana e quella cinese.
L’esposizione si apre con una raccolta di reperti delle sfere della vita pubblica romana, quali elmi ed effigi, affiancati da altrettanti oggetti della sfera privata, specchi gioielli giocattoli. E’ così possibile entrare nel pieno dell’atmosfera di quello che doveva essere l’essere un cittadino (od una cittadina)d’allora, non con elucubrazioni storiche ma con la semplice esperienza della visione di oggetti concreti. Emblematica è la raffinatissima linea per la toletta femminile, un corredo composto da una anfora in rame decorata a motivi bucolici, un pettine in giada intagliato a forma di giglio ed una ciotola anch’essa in rame dai delicati contorni in giada ed oro bianco (oggi purtroppo irrimediabilmente ossidato causa la mala conservazione nei secoli).
Procedendo nelle sale, il percorso della mostra va in Cina, nel pieno dell’Impero del Sole, che dai romani stessi era visto con curiosità, ma verso il quale pieni di stima si rivolgevano in quanto luogo di provenienza della seta, materiale d’eccellenza. Un’arte, quella cinese, che del particolare ha una cura quasi maniacale fino alla perfezione ricercata nel minimo dettaglio, e nel momento di toccare l’oggettistica funeraria diventa sacralità.
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Corredi funerari, immagini in bassorilievo e statuette di vita quotidiana espongono la faccia di quello che solo poteva costituire paragone all’Impero Romano, l’Impero Cinese, quasi una predizione della costante simmetria che ancor oggi continua tra Oriente ed Occidente. Così diventa pregnante lo sguardo verso l’aldilà che la veste funeraria di seta evoca nell’ultima sala, sulla cui tutta lunghezza si snoda il cammino dell’anima defunta verso il grande cielo, non morte ma promessa di vita. Ed allo spettatore non resta che credere allo splendore che ancor oggi l’abito, meravigliosamente conservato, esprime nella lucentezza dell’intera sfera cromatica, dal blu al rosso porpora.
Al termine del percorso l’occhio si perde, uscendo, sui Fori Imperiali, vestigia di onnipotenza romana. Ma quello di cui si è ancora impregnati, è il sentimento di consapevolezza che nello stesso periodo in cui Roma era il caput mundi, le dinastie cinesi controllavano l’Asia dalla Mongolia all’Oceano Pacifico, vale a dire l’altra metà del mondo. Una mostra, in effetti, dalla quale si esce arricchiti, provocati a guardare e ripensare che anche oggi a Roma si può centrare un’idea storico-artistica innovativa, confrontando l’immenso patrimonio della capitale con i tesori artistici di altre culle dell’umanità.
(Caterina Gatti)
INGRESSO
dalle 10.00 alle 19.00 dal martedì alla domenica / chiuso lunedì, Natale e Capodanno (la biglietteria chiude un’ora prima).
Audioguida compresa nel costo del biglietto.
BIGLIETTO
Intero € 9,00 ridotto € 6,00 ridotto scuole € 4,00.
Prenotazione € 1 (obbligatoria solo per gruppi con guida).
Info e prenotazioni – tel. 06/6780131.