Raniero Busco è stato condannato a 24 anni per l’omicidio dell’allora fidanzata Simonetta Cesaroni
Raniero Busco è stato condannato a 24 anni per il delitto di via Poma, per l’omicidio dell’allora fidanzata Simonetta Cesaroni, massacrata il 7 agosto 1990 con 29 colpi di tagliacarte. La sentenza è stata emessa dalla III Corte d’Assise presieduta da Evelina Canale, giudice a latere Paolo Colella, più i sei giudici popolari. A Busco è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà, bilanciata tuttavia dalle attenuanti generiche.
E’ stato condannato anche ad un risarcimento di 100 mila euro per la sorella di Simonetta e 50 mila per la madre. Busco, durante la sentenza nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a cui era presente, ha avvertito un malore Mentre ne veniva data lettura, il fratello, presente anch’egli in aula, ha urlato: «ma che state a dì», mentre dal pubblico presente in aule si levavano dei “no” di protesta in favore di Busco.
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Il pm Ilaria Calò aveva chiesto l’ergastolo, adducendo come prova, in particolare, un morso trovato sul corpo della vittima, con tracce di dna compatibili con quello di Busco.
Federica Molinari e Massimo Lauro, legali di parte civile della sorella della vittima, invece, avevano incentrato le repliche sulla personalità di Raniero Busco che «in tutti questi anni non si è mai fatto vivo con la famiglia e al funerale di Simonetta non si è neanche avvicinato per le condoglianze». Paolo Loria, legale di Raniero Busco, dal canto suo, ha dichiarato: «L’elemento che più ha pesato, potrebbe essere stato il morso».