Roma. Il livello di polveri sottili ha superato quello consentito dalla legge, così giovedì scattano le targhe alterne nella capitale: all’interno della fascia verde, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21 non potranno circolare tutti gli autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori con targa dispari, e se la misura non dovesse essere sufficiente a far abbassare il livello di polveri sottili nell’aria, il provvedimento si estenderà anche a venerdì 2 dicembre, questa volta per i veicoli con targa pari, incluso lo zero. Queste drastiche misure si uniscono a quella già stabilita per i veicoli considerati più inquinanti, come gli Euro zero o gli Euro 1, che da martedì a venerdì non potranno circolare anche in caso di targa pari o zero. Secondo Marco Visconti, l’assessore all’Ambiente di Roma Capitale, si tratta di un «provvedimento indispensabile per tutelare la salute dei cittadini che serve a limitare l’immissione in atmosfera delle particelle inquinanti. Siamo in presenza di una forte stabilità che non consente la dispersione degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera. Il Campidoglio predisporrà un aumento della vigilanza urbana al fine di garantire i controlli e la fluidificazione del traffico, in particolare negli orari di avvio e di conclusione del provvedimento». Anche Legambiente è convinta che nella capitale torni a tirare «una brutta aria: dopo la pausa per pioggia negli ultimi tre giorni, infatti, le concentrazioni di Pm10 nell’aria sono andate aumentando, sabato 26 e domenica 27 in ben nove punti di monitoraggio sono stati rilevati sforamenti oltre la soglia critica dei 50 microgrammi per metro cubo». La situazione, continua Legambiente, è anche destinata a peggiorare nei prossimi giorni, «come si evince dalle previsioni modellistiche dell’Arpa Lazio, che per le giornate di martedì e mercoledì prevedono concentrazioni altissime di particolato nell’aria, con picchi compresi tra i 50 e i 150 microgrammi per metro cubo un po’ ovunque». Il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati, ne è convinto: «Con questo smog la salute dei cittadini corre seri rischi, le targhe alterne vanno subito previste così come nuovi blocchi totali della circolazione, ma serve più coraggio da parte del Comune nelle scelte per la limitazione del traffico privato. Nei giorni successivi ai picchi, aumentano ricoveri ospedalieri e morti, è una situazione inaccettabile che va fermata con tutti i mezzi possibili. Il Comune di Roma deve fermare i pullman nel centro, aumentare il costo della sosta tariffata piuttosto che quello dell’autobus e ridurre le strisce bianche, fare nuove corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed estendere la Ztl fino alle 21 tutti i giorni e nel week end fino alle 3 di notte. Il Sindaco Alemanno ha il dovere e l’obbligo di intervenire». In attesa degli effetti di questi provvedimenti, IlSussidiario.net ha chiesto un parere a Franco Battaglia, professore di Chimica ambientale all’Università di Modena: «Se la misura ha lo scopo di ridurre in qualche modo l’inquinamento si rivelerà totalmente inutile, e la ragione è molto semplice: l’amministrazione romana ha deciso di ridurre il traffico con le targhe alterne per nove ore nella giornata di giovedì e, se lo facesse per 50 giovedì all’anno, sarebbero 450 ore totali. In un anno ci sono circa 9000 ora, quindi si tratterebbe di una riduzione del 5% su base annua, e questo se la misura fosse adottata almeno un giorno a settimana. Poi con le targhe alterne il traffico in teoria si dimezza, quindi l’inquinamento atmosferico causato dal traffico si riduce effettivamente del 2,5%, ma userò il 3% solo per fare più rapidamente i conti: il traffico incide per un terzo sull’inquinamento atmosferico totale, e un terzo di 3% è 1%, quindi significa che un provvedimento di targhe alterne, effettuato tutti i giovedì di tutto l’anno inciderebbe sulla riduzione dell’inquinamento solo dell’1%. Ne vale davvero la pena? Io direi di no, e purtroppo è l’aritmetica elementare a dircelo. Ancora più rapidamente, se con la bacchetta magica riuscissimo a far sparire tutte le automobili in circolazione nella capitale, l’inquinamento atmosferico totale si ridurrebbe comunque di un terzo, perché il traffico incide in questa misura: gli altri due terzi sono dovuti al riscaldamento degli edifici e ad altre attività umane di carattere industriale, insieme all’inquinamento dovuto alla produzione elettrica e a quello di origine naturale.
Quindi, in conclusione, un blocco totale del traffico, ogni giorno dell’anno, 24 ore su 24, ridurrebbe l’inquinamento atmosferico totale di un terzo, e questo fa capire quindi che il provvedimento delle targhe alterne un giorno a settimana non produce praticamente nessun effetto, tranne che fastidi alle persone che si muovono in automobile perché hanno necessità di farlo. Ci si potrebbe quindi chiedere: che cosa si può fare per ridurre l’inquinamento non dell’1%, ma del 15-20%? Ci sono varie misure che si possono o si sarebbero potute mettere in campo. Innanzitutto, se la città di Roma, come altre grandi città europee come Parigi, Londra e Monaco, avesse una rete di metropolitane capillare, e non quelle due, tre linee che si sono costruite in questi decenni, il traffico si sarebbe abbassato notevolmente, anche di un sesto. Poi, se gli italiani avessero votato a favore del nucleare, avremmo potuto avere dei reattori nucleari per far sì che i riscaldamenti degli edifici fossero elettrici, che significa avere d’inverno il 20, 30 o 40% dell’inquinamento in meno. Infine dobbiamo porci una domanda fondamentale: ma davvero l’aria che respiriamo è così inquinata? No, non è vero, perché in realtà i famosi limiti di sicurezza che non si possono superare per legge, ci sono stati imposti dall’Europa. Il limite di 50 microgrammi per metro cubo è inutilmente basso, e se fosse di 100 o anche 150 microgrammi per metro cubo, la qualità dell’aria non verrebbe di fatto sostanzialmente modificata ai fini sanitari e non ci sarebbe nessun problema. Dovremmo quindi forse anche rivedere questi limiti, che non hanno ragione di esistere».
(Claudio Perlini)