L’obiettivo che si pongono è ambizioso: migliorare il risultato – già eccezionale – dell’anno scorzo. Quelli del Banco farmaceutico però ci sono abituati: da dieci anni a questa parte si rinnova l’appuntamento con la Giornata nazionale di raccolta dei farmaci, e ogni anno l’iniziativa raccoglie un numero crescente di confezioni di medicinali. Medicine che vengono donate liberamente da chi si reca in una farmacia che aderisce alla Giornata, per venire poi offerte – tramite alcune associazioni di volontariato – a persone in situazione di necessità che non sono in grado di pagare le proprie spese sanitarie.
La stessa ambizione è anche dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso. Ci spiega che benché il numero di farmacie coinvolte quest’anno sia di tutto rilievo (115 sul solo territorio romano, oltre 3000 in tutta Italia), si può fare ancora molto per far crescere quest’opera di benficienza: c’è un altro 84% di farmacie romane che ancora non partecipa alla Giornata del Banco farmaceutico. Un “territorio” da conquistare a colpi di campagne di sensibilizzazione.
Del resto l’iniziativa piace a chi ci si imbatte, e piace molto. Siamo in Campidoglio, alla conferenza stampa di presentazione dell’evento. Marcello Perego, vicepresidente della fondazione Banco Farmaceutico Onlus, spiega dati alla mano che «una persona su due di quelle che entrano nelle farmacie che aderiscono alla Giornata di raccolta decide di donare un farmaco». Gli organizzatori sono convinti di non andare solo ad aiutare chi riceve il farmaco, ma anche chi lo offre: «La nostra è un’azione di “educazione” alla gratuità», prosegue Perego. «Chi partecipa, acquistano un medicinale per qualcun altro, capisce che questo metodo risponde alla sua natura».
Anche secondo Gianni Alemanno il Banco farmaceutico è un servizio per tutta la cittadinanza romana. Il sindaco parla nella giornata di lutto cittadino per la morte dei quattro bambini rom e racconta: «Nei giorni scorsi ci siamo chiesti se confermare questa conferenza (la presentazione in Campidoglio della Giornata, ndr), ma poi abbiamo pensato che le persone che vivono in situazioni difficili – come i nomadi appunto – hanno bisogno anche di queste iniziative di solidarietà». Le istituzioni, insomma, non sono sufficienti da sole: «La nostra è una scelta precisa in favore della sussidiarietà, e ringrazio il banco perché aiuta la sussidiarietà a non rimanere solo un bel principio astratto. Con pochissimi euro si può mettere in moto un’opera molto concreta».
Sveva Belviso, col suo assessorato, è stata a Roma la principale sponda “istituzionale” per la Giornata del Banco farmaceutico. La incontriamo a margine dell’incontro in Comune.
L’INTERVISTA A SVEVA BELVISO SULLA GIORNATA DI RACCOLTA DEI FARMACI, CLICCA SULLA FRECCIA PER CONTINUARE A LEGGERE
La Giornata di raccola del farmaco è un’iniziativa che parte dalla “società civile”. Che supporto può arrivare dal settore pubblico?
«La nostra amministrazione si sta impegnando per promuovere una campagna di comunicazione: vogliamo spingere i cittadini a mostrare il loro volto solidale, perché quando si recano in farmacia per occuparsi della propria salute pensino anche alla salute degli altri».
E in termini economici?
«È un’iniziativa che parte dalla società, senza bisogno del contributo pubblico; quello che ci è stato chiesto è di aiutare nell’opera di sensibilizzazione e di diffusione dell’evento».
Quest’anno sono 115 le farmacie che a Roma hanno aderito all’iniziativa. Si può fare di più?
«Sul territorio di Roma ci sono 718 farmacie. Il numero di farmacie che hanno aderito è molto importante in termini assoluti, ma ancora migliorabile in termini relativi. Per questo bisogna rinnovare il richiamo alla sensibilità dei farmacisti, anche perché si tratta di un’iniziativa che per loro non ha nessun costo. Si chiede solo di accogliere i volontari e ospitare per un giorno il servizio. Desidero ringraziare direttamente chi ha capito l’importanza di questa Giornata, ma anche continuare il lavoro di sensibilizzazione per aumentare il numero delle farmacie e dei cittadini che donano farmaci».
Quanto “pesa” un evento del genere in un contesto come quello della nostra città?
«Lo scorso anno a Roma sono stati raccolte undicimila confezioni di farmaci, dando una mano importante ad associazioni come la Caritas, l’ambulatorio del Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio e molte altre. Sono organizzazioni che compiono un lavoro straordinario laddove il sistema sanitario nazionale non può arrivare. Se una persona con difficoltà economiche ha bisogno di un’aspirina o di un altro farmaco da banco, solo associazioni come queste possono dargli un aiuto concreto».
(Lorenzo Biondi)