Ennesimo stop per i trasporti pubblici della capitale. Dalle 8.30 alle 12.30 di mercoledì prossimo, 23 febbraio, si fermeranno alcune delle linee periferiche della città, come annunciato dai dipendenti di Roma Tpl, l’azienda che cura i trasporti nelle periferie.
Saranno in tutto ventitré le linee interessate ai disagi: 027, 028, 030, 031, 032, 036, 037, 044, 051, 057, 059, 088, 502, 503, 511, 663, 775, 777, 778, 982, 984, 992 e 998.
Essendo stato proclamato da tutte le maggiori sigle sindacali, dalla Cgil alla Cisl, dalla Uil alla Faisa Cisal, lo sciopero probabilmente porterà ad una fortissima riduzione delle corse di queste linee, provocando disagi in particolar modo ai pendolari che dalle zone estreme del comune si recano a lavorare verso il centro.
Una brutta giornata per i trasporti, visto che lo sciopero indetto dai lavoratori di Roma Tpl si incrocia con quello previsto da tempo da piloti e assistenti di volo. Anzi, questi ultimi erano scesi sul piede di guerra già a partire dal 14 febbraio, ma la mobilitazione aveva subito un differimento a causa di un’ordinanza da parte del ministero del Lavoro.
A Fiumicino e a Ciampino incroceranno le braccia esclusivamente i dipendenti di Filt Cgil. I disagi, dunque, saranno di quantità contenuta, ma non si possono escludere lunghe code e voli cancellati.
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Ma i disagi di mercoledì potrebbero essere un bicchiere d’acqua fresca in confronto allo sciopero generale che si sta meditando in casa Cgil. In particolar modo la Fiom spinge sull’acceleratore: «Diverse strutture, tra queste pare la Cgil Emilia – ha affermato il coordinatore dei metalmeccanici Giorgio Cremaschi – si sono espresse a favore dello sciopero generale. La federazione della conoscenza ha convocato il suo sciopero per il 21 marzo e la funzione pubblica per il 25».
Prevista una decisione al termine del direttivo nazionale, che si riunisce domani e dopodomani a Roma.