«Il beneficio principale della nostra attività è quello di favorire un aiuto nel contenimento dei costi dei nostri clienti, oltre a favorire un riassetto organizzativo ottimizzato». Antonio Londra, intervistato da IlSussidiario.net, è il proprietario insieme al suo socio Danilo Pellegrini di Ceryx Srl che da oltre vent’anni svolge servizi di consulenza per aziende pubbliche e private: «Siamo sul mercato dal 1990 mercato e con il passare del tempo ci siamo specializzati nell’ambito dei servizi cosiddetti “no-core”, cioè la parte non produttiva delle aziende, come le gestione degli immobili, dei servizi alle persone e dei servizi office, che possono essere manutenzioni, pulizie, vigilanza, accoglienza, ristorazione, informatica, ovvero le aree non direttamente produttive ma funzionali alla produzione».



Cosa offrite alle aziende che vi contattano?

«Ci proponiamo come consulenti, gestore esterno fino al temporary management, attraverso un’innovativa proposta commerciale: non eroghiamo nessun tipo di servizio operativo, ma ci occupiamo della parte consulenziale e gestionale, quindi affianchiamo il cliente per gestire i suoi servizi e le sue sedi, attraverso attività di progettazione dei servizi, pianificazione delle attività, controllo di qualità e reportistica nei confronti del cliente».



In che modo riuscite a far risparmiare i vostri clienti?

«L’esito delle nostre consulenze o gestioni in outsourcing è quello di trovare le più adeguate risposte operative ed economiche ai fabbisogni reali, disegnando capitolati di servizio e tecnici che forniscano al committente quello che chiamiamo acquisto consapevole , fino a proporre una gestione in termini di pianificazione e controllo di gestione operativo ed economico. Ci sono sempre degli ampi margini di miglioramento nella struttura dei costi, quindi laddove siamo riusciti a fare consulenze mirate in realtà abbiamo sempre portato notevoli benefici economici al cliente. Ci occupiamo dei servizi, ma lo facciamo da un punto di vista consulenziale, non operativo, quindi curando esclusivamente gli interessi del cliente. Quando l’azienda deve comprare un servizio, lo fa avendo ben chiaro lo scenario, senza mettersi alla cieca in mano ai fornitori».



Come è nata la Ceryx?

«Io e il mio socio attuale eravamo dipendenti di una società. Quando è iniziata  la crisi il titolare era intenzionato a chiudere. E così abbiamo fatto un’operazione di management buy out, rilevando tutte le quote dell’azienda e diventandone i proprietari. Ci ha spinto la forte consapevolezza questa potesse essere una risposta a un bisogno oggettivo del mercato. Oggi  abbiamo una sede a Roma e una a Milano: quindici dipendenti fissi più una serie di collaboratori esterni,  professionisti o consulenti che svolgono specifiche attività».


In che modo avete superato la crisi economica?

«Abbiamo sofferto molto soprattutto per quanto riguarda la liquidità. Nel periodo di crisi non è solo difficile trovare lavoro, diventa più complicato farsi pagare. Più di una volta abbiamo sofferto considerevoli ritardi nei pagamenti. Abbiamo affrontato questa crisi dando una forte stretta alla struttura dei costi, senza effettuare tagli di personale, chiedendo un sacrificio condiviso a tutti.
Nel 2010 siamo stati meno in affanno, anche se non possiamo ancora parlare di ampia marginalità».

Quante aziende offrono gli stessi vostri servizi?

«Nella consulenza organizzativa in generale siamo ovviamente in tanti ma noi operiamo un tipo di consulenza molto concreta e assai poco teorica. Nella consulenza sul mondo dei servizi in realtà siamo veramente pochi, non abbiamo grandi concorrenti, anche perché chi si occupa di servizi in Italia sono soprattutto le grandi aziende che vogliono vendere i servizi operativi, manutenzione o pulizie su larga scala».

Quali sono i vantaggi e i limiti di fare impresa a Roma?

«Roma offre potenzialmente enormi opportunità. Purtroppo le aziende come la nostra, ovvero piccole, non sono aiutate né a emergere né a sopravvivere. Questo perché i grandi soggetti sono quelli che occupano maggiormente le scene, i grandi contratti e anche l’attenzione dell’amministrazione e dei politici chiamati a fare delle scelte a sostegno delle imprese.  Questa è una cosa che a Roma è molto evidente».

Roma avrà anche degli aspetti positivi…

«C’è un unico filo che crea sostegno nei confronti delle piccole imprese che è quello delle associazioni. Le associazioni sane che nascono per curare l’interesse delle piccole e medie imprese  sono un interlocutore più valido, che integra e aggrega una serie di realtà che da sole potrebbero fare ben poco. La vera difficoltà è proprio entrare in contatto con delle realtà pubbliche e private che del nostro lavoro avrebbero molto bisogno, conoscendo quali sono gli sprechi nelle aziende private e pubbliche.

Noi ci poniamo proprio nella condizione di riuscire a contenere questi sprechi o perlomeno a reindirizzarli verso spese più sensate. Ogni volta che ci siamo occupati di un’organizzazione abbiamo sempre portato dei benefici economici tra il 20 e il 30 per cento del valore totale che abbiamo trattato. Non è un dettaglio e se si riuscisse ad avere una migliore comunicazione molte aziende avrebbero risolto qualche problema in più».

Cosa si potrebbe fare di più a Roma?

«A Roma si potrebbe fare più cultura rispetto questo tema: la cultura manageriale in Italia non è affatto a livelli elevati. Fare cultura rispetto ai sistemi e ai modelli di gestione delle imprese è una necessità oggettiva, perché i manager delle medie e grandi aziende e tutti gli imprenditori hanno realmente bisogno di essere guidati a fare impresa. Questo aiuterebbe tutto il sistema».

La Ceryx è una delle 500 imprese che il prossimo 7 luglio parteciperà al Matching organizzato dalla Compagnie Delle Opere. Cosa pensa di questa iniziativa?

«La considero una delle iniziative più intelligenti degli ultimi anni, infatti abbiamo partecipato a tre edizioni che si sono svolte a Milano. Per la prima volta è stato ideato uno strumento in grado di mettere gli imprenditori in relazione tra di loro senza la necessità di vendere qualcosa. Questo genera un’apertura mentale rispetto ai normali dialoghi che si instaurano in quelle situazioni che è foriera di mille iniziative e idee. Ne abbiamo testimonianza diretta perché abbiamo stretto delle partnership con alcuni soggetti interessanti che non avremmo mai potuto incontrare se non in quel contesto. Questo appuntamento rappresenta una delle opportunità più interessanti dell’anno. Ci contiamo molto».

(Claudio Perlini)

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