Quelli che arrivano in questa piazza sognano. Il rumore della fontana, lo spazio angusto voluto dal gioco barocco delle proporzioni, la folla di turisti. Chi arriva a Fontana di Trevi, pendici del Quirinale, sogna di tornare. Di tornare a Roma, di tornare al cospetto di uno dei luoghi più suggestivi d’Italia. E getta, per scaramanzia o speranza, una moneta nell’acqua che a suo tempo solcò Anita Ekberg nella sequenza più riuscita e famosa della “Dolce Vita”.
E poi c’è l’altra faccia di Roma: quella cialtrona, ladra, anche impotente. L’altra sera Le Iene di Davide Parenti, quelle di Italia Uno, hanno raccontato per immagini quello che succede all’alba, quasi ogni mattina nella vasca della Fontana di Trevi. Arriva una banda organizzata: due guardaspalle, uno entra nel monumento preleva le monete poggiate sul fondo e le porta via. Sotto gli occhi tranquilli e disincantati di un pattuglia di vigili urbani, che a dire il vero, nel filmato ricevono anche una misteriosa busta prima dell’operazione. Possibile che capitino cose così? Purtroppo accadono. Il sindaco Alemanno si arrabbia, chiede un’inchiesta. Molti altri politici si indignano.
Il sindacato dei vigili urbani sostiene invece che “D’Artagnan” (questo sarebbe il nome di battaglia del capo della banda) può agire indisturbato perché, al dunque, la magistratura non persegue questo tipo di furto:”Sono oltre 20 anni che D’Artagnan (uno dei ladri, ndr) e compari prendono i soldi dalla Fontana di Trevi, decine le denunce della Polizia Municipale a loro carico, ma i giudici hanno sempre ritenuto che non si trattasse di un reato in quanto cose di tutti e quindi sono sempre stati assolti dalle denunce di furto, anzi ancora peggio, quando gli abbiamo sequestrato le monetine rubate i giudici ci hanno imposto di riconsegnarle, quasi quasi temevamo di dovergliele ridare pure con gli interessi!
Abbiamo le mani legate perché al massimo potevamo fare una multa, ma è la stessa che viene fatta allo straniero che si bagna i piedi”, ha dichiarato, in una nota, Alessandro Marchetti, segretario generale aggiunto del Sulpm.
Ma di chi sono quelle monetine? Dei romani? Del Comune? Di D’Artagnan? Nessuno possiede i sogni degli italiani che vengono a Roma. E’ vero. Ma è anche vero che nessuno dovrebbe rubarli.