Regno Unito in ginocchio dopo poche settimane di leadership della vincitrice del Tory Contest, l’attuale primo ministro Liz Truss, che ha preso il posto di Boris Johnson. La nuova premier ha infilato infatti una serie di errori clamorosi in termini di politica economica, tanto che anche il presidente americano Joe Biden ha commentato che “il suo piano economico è stato concepito in modo del tutto sbagliato”. Risultato: fortissima svalutazione della sterlina, Partito conservatore crollato nei sondaggi, possibili dimissioni dello stesso primo ministro.
“Liz Truss ha commesso l’errore più banale che un politico possa fare: credere a tal punto nelle proprie idee economiche da non rendersi conto che esse fossero del tutto sbagliate” ci ha detto Claudio Martinelli, professore di diritto pubblico comparato e diritto parlamentare all’Università di Milano-Bicocca ed esperto del sistema giuridico britannico, “pensando di agire come il suo grande punto di riferimento, Margaret Thatcher, la quale però si mosse in maniera ben diversa e molto più intelligente”.
Regno Unito nel caos e la neo premier Liz Truss sul banco degli imputati per la gravissima crisi in cui è precipitato il Paese: qual è l’errore principale che ha commesso?
Quando Liz Truss vinse il Tory Contest, lei mi chiese cosa avrebbe fatto rispetto al programma che aveva presentato in campagna elettorale e io le risposi: in una situazione di emergenza, dove già dovrà stanziare una sacco di soldi per i danni della crisi energetica per le famiglie e per le imprese, mi sembra difficile possa immaginare un discorso di massiccia riduzione fiscale di impronta neo-thatcheriana come aveva immaginato di fare durante la campagna elettorale.
Lei invece lo ha fatto. E adesso?
Il problema è che la Truss, dopo aver stanziato gli interventi sul caro bollette, nel giro di pochi giorni ha annunciato una drastica riduzione delle aliquote fiscali, in particolare di quelle più elevate. Questo è apparentemente un provvedimento di matrice thatcheriana.
Perché “apparentemente”?
Perché ci dobbiamo ricordare che Margaret Thatcher fece tutto ciò, ma solo dopo aver messo a posto i conti dello Stato. Quella della Truss è stata una manovra di quel tipo, ma in realtà del tutto scriteriata. Sono bastate poche ore per mandare in fibrillazione la sterlina, mentre la Bank of England ha dovuto subito intervenire per mettere una pezza ai guai che la premier aveva combinato.
Questo è il suo errore di fondo?
Sì, una torsione ideologica contraddittoria a delle politiche che invece dal punto di vista del realismo avrebbero richiesto tutt’altro.
Quanto conta in questa scelta la sua inesperienza politica e qual è stato il ruolo del Cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, prontamente licenziato e sostituito da Jeremy Hunt ?
La Trust ha 47 anni e fa politica da quando era ragazzina. Il tema non è l’inesperienza. C’è invece un problema di errore politico.
Quale?
I politici che fanno cose le fanno, è ovvio. La Truss era così convinta delle proprie idee da farsi trascinare al di là della realtà e questo quasi sempre è un errore. E quando l’errore è su temi cruciali come questo del fisco, rischia di essere talmente grave da costarle la carriera.
E Kwarteng?
È solo un capro espiatorio, non perché non abbia responsabilità, infatti condivideva la sua stessa linea politica. Ma la linea è andata male non perché lui l’abbia gestita male: è andata male perché sbagliata dalle origini. A questo punto la Truss non poteva che offrire un capro espiatorio e l’ha individuato in Kwarteng.
Il Partito conservatore è crollato nei sondaggi e i giornali inglesi ora chiedono la sfiducia in Parlamento ed elezioni anticipate. Cosa pensa succederà?
In questa situazione di marasma totale in cui si è infilato colpevolmente il Partito conservatore, non mi sento di fare previsioni. Quello che sappiamo è che la situazione è in un vicolo cieco.
Quindi?
Chi non sopporta la Truss è il gruppo parlamentare Tory. Non la sopportava già durante il Tory Contest, infatti sostenevano Rishi Sunak. Il problema è che il ballottaggio è aperto a tutti gli iscritti, che hanno votato lei. Ci troviamo di fronte a un Partito conservatore in cui la base ha votato per la Truss e il gruppo parlamentare per il suo contendente. Adesso è possibile che il gruppo parlamentare faccia pressione per farla dimettere senza un voto esplicito.
Sarebbe?
Sul piano tecnico lei ha un anno di protezione rispetto alla procedura del gruppo di sfiduciarla, ma il gruppo parlamentare ha sempre l’arma di poter votare una mozione approvata in Parlamento anche dai laburisti. È chiaro che se il primo ministro viene colpito da una mozione di sfiducia è facile si vada ad elezioni anticipate. In sostanza, i conservatori non hanno a disposizione un’arma interna, ma possono esercitare una pressione esterna con l’arma parlamentare per convincerla a dimettersi e a quel punto ricominciare con un nuovo Tory Contest.
Quindi potrebbe rientrare in gioco lo stesso Rishi Sunak?
Esatto. Sperando ovviamente che non si presenti nessun altro candidato, in modo da nominarlo in fretta leader del partito e poi premier.
(Paolo Vites)
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