La scomparsa, seppure all’età di ben 103 anni, di Rita Levi Montalcini lascia l’Italia nel lutto. Un personaggio che ha attraversato la storia del nostro Paese nel bene e nel male dagli orrori delle persecuzioni contro gli ebrei che Montalcini visse in prima persona, al genio dell’intelligenza che ha permesso alla scienza di fare passi avanti decisivi per l’umanità. Si può ben dire che la sua esistenza segna la storia del novecento italiano e non solo. Uno dei molti premi Nobel ricevuti da italiani, Rita Levi Montalcini viene ricordata anche e soprattutto per questa prestigiosa onorificenza anche se oggi in molti non ricordano quale fu il merito della scoperta che le valse appunto il Nobel che le venne assegnato nel 1986. Riassumendo brevemente il premio le venne assegnato (assieme al suo studente il biochimico statunitense Stanley Cohen) per aver saputo individuare alcune molecole importanti nello sviluppo embrionale. Queste molecole sono definite fattori di crescita in particolare del cosiddetto Nerve Growth factor, il fattore di crescita nervoso noto con la sigla Ngf. Esso permette la crescita delle cellule del sistema nervoso periferico. Questa proteina viene definita una molecola vitale e la sua scoperta risale addirittura al 1951. Da allora, quando si pensava che essa fosse legata soltanto al sistema nervoso, si è capito che gioca un fattore primario anche in altri contesti. Ad esempio possibili terapie legate all’Alzheimer oppure per stimolare attraverso un virus innocuo iniettato direttamente nel cervello la formazione di neuroni nelle aree danneggiate del cervello stesso. La Montalcini grazie ai suoi studi ha anche dato vita a un istituto europeo di ricerche sul cervello dove si studia ad esempio la sperimentazione contro la sclerosi multipla. La sua scoperta in definitiva premise di confutare le teorie allora esistenti nel mondo scientifico dove si riteneva che il sistema nervoso fosse statico e programmato dai geni senza alcuna crescita e sviluppo autonomo come invece dimostrò la Montalcini. Nella motivazione per cui le venne concesso il Nobel si legge: «La scoperta dell’NGF all’inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo». Rita Levi Montalcini svolse tutti i suoi maggiori studi negli Stati Uniti dove visse dalla fine degli anni quaranta alla fine degli anni settanta.