Astensionismo. E’ il capro espiatorio al quale il Pdl dà la colpa di un risultato insoddisfacente, stando ai dati parziali delle proiezioni che parlano di un risultato sotto 35%, cifra ben lontana dal 40-45% nel quale aveva sperato per primo Silvio Berlusconi, confortato da sondaggi che però prevedevano una percentuale di affluenza alle urne assai più alta. Sorpreso e deluso, il premier ha seguito il voto da Arcore senza nascondere il suo stato d’animo.



A questo risultato ha contribuito la forsennata campagna contro di me che ha portato i suoi effetti, è stato il suo commento con i più vicini. Una delusione compensata dalla considerazione che tra i partiti al governo in Europa, il centrodestra italiano è stato tra quelli che hanno tenuto meglio. Berlusconi è rimasto veramente sorpreso dalla così alta percentuale di astensionismo e si è detto certo che una affluenza alle urne vicina all’80%, come quella che si è registrata nel voto politico del 2008, gli avrebbe fatto superare il tetto del 40% in queste europee.



La delusione del premier è la stessa che si legge in faccia a più d’uno nel quartier generale del Pdl, in via dell’Umiltà. Anche se, in diverse trasmissioni tv, i big del partito vanno a spiegare che invece la maggioranza (compresa la Lega) è cresciuta rispetto alle ultime europee e ha registrato solo una lieve flessione rispetto alle politiche. E’ vero che si sale rispetto al 32,5% dato alle europee del 2004 dalla somma dei voti di Fi e An e che si cala di poco rispetto al 37,5% delle ultime politiche, ma nessuno riesce a dissimulare più di tanto la delusione per quello che doveva essere il primo banco di prova elettorale del nuovo partito del centrodestra, dopo il congresso fondativo di marzo.



“E’ evidente che su di noi pesa l’astensionismo, soprattutto al Sud – afferma il capogruppo dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto – ma si dimostra che l’area di governo si consolida, con l’avanzamento dell’alleato della Lega, mentre è il Pd a crollare, perdendo 6-7 punti percentuali e venendo cannibalizzato dall’IdV. L’offensiva delle sinistre si è rivelata un boomerang”.

La notte avanza e cala la speranza di correggere verso l’alto il risultato, così come cresce la certezza che presto verrà a batter cassa l’alleato leghista, svettato nelle proiezioni al 9,6%. “La somma dei voti di Pdl e Lega dimostra che la coalizione di governo è ampliamente maggioritaria – vede il bicchiere mezzo pieno Maurizio Lupi – Il dato preoccupante è invece che il Pd recupera consensi solo attaccando il presidente del Consiglio e cavalcando l’antiberlusconismo”. Sulla “catastrofe totale del centrosinistra” punta l’indice il presidente dei senatori Maurizio Gasparri, che si spinge a chiedere, di fronte a dati definitivi “che qualcuno lasci il suo incarico questa sera”.