Un ottimismo “sempre meno cauto” é quello che sta contagiando la Lega a Via Bellerio, per usare l’eufemismo del vicesegretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Dirigenti e militanti sono nella storica sede del Carroccio e assistono alle proiezioni che collocano il partito appena sotto il tetto del 10% (tra il 9,6 e il 9,8%), contro il 5% delle europee del 2004 e l’8,3% delle politiche dell’anno scorso. I risultati che si profilano hanno galvanizzato la base leghista (sono ormai moltissime le telefonate a Radio Padania di persone entusiaste), e convinto i dirigenti a incontrare i giornalisti. Il leit motiv è più o meno lo stesso per tutti, da Roberto Cota a Mario Borghezio, da Roberto Castelli a Giancarlo Giorgetti: “Il risultato è un premio per l’azione di governo della Lega – dicono – E’ stata premiata la nostra serietà e questo voto è anche una spinta per portare in Europa le battaglie che la Lega ha condotto fino ad oggi in Italia”. A cominciare da quella contro l’immigrazione clandestina. Non si è ancora presentato Umberto Bossi, che resta chiuso nel suo ufficio. Ma questa non è una novità, nei decenni passati è già accaduto che abbia rinviato il proprio commento al giorno successivo e quindi non sarebbe una sorpresa se non si presentasse a parlare con i giornalisti, ma dal suo entourage lo descrivono come piuttosto soddisfatto. Del resto nel pomeriggio aveva fatto in parte il pompiere ricordando che la Lega ha sempre avuto una sorta di tallone d’Achille per quanto riguarda le elezioni europee e aveva anche aggiunto che si sarebbe ritenuto molto soddisfatto nel caso il Carroccio avesse raggiunto il 10%. Questa sera, almeno fino ad ora, mantiene la stessa linea di tranquilla cautela. Ma nella base l’entusiasmo è andato crescendo e ha contagiato anche i dirigenti, tanto è vero che più di uno sorride, anche se a parole si mostra cauto, quando i giornalisti chiedono se sia possibile, almeno in alcune province o regioni del Nord, un sorpasso della Lega rispetto all’alleato Pdl.



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