Amministrative sotto il segno del “ribaltone” politico. Sia alle provinciali che alle comunali è l’avanzata del centrodestra il segno distintivo di questa tornata elettorale, con un gran numero di amministrazioni che passano di mano. E tutti i ballottaggi, sia quelli per le Province (che saranno 22) sia che per i Comuni (13 certi, al momento) che toccano centri in cui, alle precedenti amministrative, aveva vinto il centrosinistra.
Pdl e Lega portano a casa 26 province: ne avevano 12. Il centrosinistra, invece, passa da quota 50 a quota 14. Ben 15 province che erano governate dal centrosinistra, vanno al centrodestra. Tra queste Piacenza, nel cuore dell’Emilia “rossa”, e Napoli. E altre sorprese potrebbero arrivare dai ballottaggi, con le sfide di Torino, Milano e Venezia.
Alle comunali il bilancio non è ancora definitivo. Ma il quadro generale è chiaro: nove città al centrodestra, cinque al centrosinistra e 13 “spareggi”, tutti in amministrazioni in cui aveva vinto il centrosinistra nelle precedenti consultazioni. Tra questi: Firenze e Prato, Bologna, Ferrara, Forlì, Ancona e Ascoli Piceno.
Provinciali – In Lombardia il centrodestra ha fatto praticamente cappotto. A Milano Filippo Penati (centrosinistra) e Guido Podestà (centrodestra) si sfideranno al ballottaggio, con quest’ultimo che ha 10 punti di vantaggio sull’avversario. Nelle altre sette province interessate dal voto il Pdl e Lega fanno l’en plein e il centrosinistra costretto a cedere Cremona, Lecco e Lodi. Al centrodestra anche Monza, alla sua prima consultazione provinciale.
Cambio di segno anche in Piemonte per Cuneo, Novara, Biella e Verbano-Cusio-Ossola, fino a ieri in mano al centrosinistra. E a Torino sarà testa a testa tra Antonino Saitta (Pd e Idv) e Claudia Porchietto (Pdl e Lega). Il peso della Lega si fa sentire anche in Veneto, in particolare a Padova, dove la candidata del centrodestra Barbara Degani è passata al primo turno. Ballottaggio a Venezia.
Al Nord il successo a destra era prevedibile anche per effetto della Lega. Ma l’avanzata è netta anche al Sud. Napoli, Salerno e Avellino, precedentemente a guida centrosinistra, passano nelle mani della parte avversa. Stesso copione in Abruzzo a Chieti, Pescara e Teramo. Nel capoluogo campano Luigi Cesaro vince al primo turno con oltre il 58%. È la prima volta, da quando nel dicembre ‘93 è cominciata l’era Bassolino, che il centrodestra si aggiudica una competizione sul suolo partenopeo.
In Emilia Romagna e Toscana si va verso una riconferma del centrosinistra a Bologna e Firenze, e poi a Modena, Reggio Emilia, Forlì-Cesena, Livorno, Pisa, Pistoia e Siena. Ma c’è anche qualche segnale di discontinuità, con Piacenza, dove vince il centrodestra, mentre vanno al ballottaggio Prato e Arezzo, e quest’ultima vede una forte crescita della Lega.
Comunali – Prima dell’ultima tornata elettorale, 26 dei 30 capoluoghi erano in mano al centrosinistra e 4 al centrodestra. Dopo le elezioni, in nove ha vinto il centrodestra: Biella, Vercelli, Verbania, Bergamo, Pavia, Imperia, Pescara, Teramo e Campobasso. Cinque restano al centrosinistra: Modena, Reggio Emilia, Livorno, Perugia e Pesaro. Tredici, al momento, i ballottaggi certi, tutti in amministrazioni in cui aveva vinto il centrosinistra nelle precedenti consultazioni.
Tra questi spiccano centri-chiave per la geografia politica del Pd: Firenze e Prato in Toscana, Bologna, Ferrara e Forlì in Emilia Romagna, Ancona e Ascoli nelle Marche. In tre centri, Bari, Foggia e Potenza, l’esito non è ancora definitivo, ma sembrerebbe profilarsi un ballottaggio.