Stephan Balliet potrebbe essere visto come il “nuovo Brenton Tarrant”, eppure dalle prime informazioni legate al killer neonazista entrato in azione nell’attentato di ieri ad Halle contro sinagoga e quartiere ebraico sembra essere potenzialmente molto più pericoloso: «Il femminismo è la causa della bassa natalità in Occidente, che agisce come capro espiatorio per favorire l’immigrazione di massa. La radice di tutti i problemi sono gli ebrei», sono solo due delle imprecazioni folli lanciate dal killer di Halle durante i 35 minuti dell’altrettanto delirante video mandato in diretta durante la strage nell’est Germania. 27 anni, autore della sparatoria ieri ad Halle, Stephan Balliet avrebbe agito da solo e sarebbe fuggito in taxi prima di essere definitivamente arrestato mentre si trovava sull’autostrada (fonte Bild): ha ucciso due persone ma avrebbe, nelle sue intenzioni, voluto fare molto di più arrivando ad uccidere quanti più ebrei possibili nella piccola comunità di Halle. Ha lanciato granate e bombe a mano contro il portone della sinagoga ma non è crollata e questo, sicuramente, ha salvato la vita di chi si stava rifugiando al suo interno. Nel giorno della festa ebraica dello Yom Kippur Balliet voleva fare una strage da “ricordare” per sempre: ci è riuscito solo in parte ma il panico generato non è stato poco.
CHI È IL KILLER DI HALLE: “ANON” E L’ODIO PER EBREI E DONNE
Il video di Balliet è siglato “Anon”: significa futuro ed è l’acronimo di anonymous. Voleva essere uno di tanti Stephan Balliet, andando ad uccidere chi reputa inferiore a tutto e a tutti: negando l’Olocausto, negando il valore di certe categorie (femministe, migranti, ebrei, islamici) e imbracciando le armi come unica “compagnia” di una vita relegata nella desolata provincia della Sassonia. «Viviamo in un clima di intimidazione costante», ha raccontato una donna all’interno della sinagoga durante l’attentato di Halle, «Non è facile leggere ogni giorno sul giornale che sei un bersaglio, che c’è in giro qualche matto che vuole farti del male. Siamo tollerati, ma non siamo graditi, questo è chiaro. Non è facile essere ebrei in questa regione» (fonte Corriere della Sera, ndr). Come Breivik – terrorista in Norvegia che massacrò 77 persone nel luglio 2011 – o come Tarrant, che da killer neonazista qual’è ha massacrato lo scorso 15 marzo 49 persone nelle moschee della Nuova Zelanda, Stephan Balliet voleva essere come loro. Il filmato dell’attacco è stato diffuso in diretta su Twitch e poi rimosso: dura 35 minuti e dalla sua GoPro sull’elmetto si vedevano tutti i tentativi di uccidere quante più persone possibili. I morti alla fine sono “solo” 2, ma l’orrore del neonazismo militante inquieta; secondo gli investigatori prima dell’arresto il 27enne ha tentato di togliersi la vita. «Dava sempre la colpa agli altri, non aveva amici, stava spesso davanti al computer, era chiuso anche con i parenti più stretti e aveva avuto problemi di salute. Non era mai in pace né con sé né col mondo, si litigava sempre, la mia opinione non contava. Non riuscivo più a entrare in contatto con lui», spiega di lui il padre, da tempo non più in rapporto con Stephan (viveva con la madre).