Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump, è stato incriminato per oltraggio al Congresso. Suprematista bianco e guru dell’internazionale sovranista, Bannon aveva rifiutato di testimoniare dinanzi alla commissione d’inchiesta della Camera che indaga sull’attacco al Campidoglio compiuto dai sostenitori dell’ex presidente Repubblicano lo scorso 6 gennaio. Adesso Bannon se condannato rischia da un minimo di 30 giorni fino ad un massimo di un anno di carcere per la sua condotta.
La commissione – composta da sette Democratici e due Repubblicani – aveva richiesto di sentire Bannon e altre persone vicine a Trump, per valutare se il tycoon newyorchese avesse in qualche modo favorito la condotta dei suoi supporters, che il giorno dell’Epifania avevano preso di mira il Congresso con l’obiettivo di fermare il voto di certificazione della vittoria di Biden.
STEVE BANNON INCRIMINATO PER OLTRAGGIO AL CONGRESSO
Il Dipartimento della Giustizia USA ha fatto sapere che il 67enne Bannon è stato incriminato anche per essersi rifiutato di fornire documenti in risposta al mandato di comparizione della commissione parlamentare. Il procuratore generale USA Merrick Garland ha dichiarato che l’incriminazione di Steve Bannon riflette “il saldo impegno” del dipartimento di Giustizia americano affinché venga rispettato lo stato di diritto. Il noto estremista di destra è la prima persona ad essere stata incriminata dalla commissione d’inchiesta, ed è la prima volta dal 1983 che qualcuno è incriminato per oltraggio al Congresso: l’ultima fu Rita M. Lavelle, che aveva lavorato per l’amministrazione Reagan.
Personaggio controverso, Bannon era stato indicato come una figura decisiva per creare la piattaforma politica che consentì a Trump di battere Hillary Clinton alle elezioni nel 2016. Alcuni dissidi tra i due avevano portato però al suo allontanamento nel 2017, fino a quando, negli ultimi mesi di amministrazione, si era assistito ad un riavvicinamento, culminato con la concessione della grazia ad opera di Trump nel suo ultimo giorno da presidente. Pochi mesi prima, infatti, Bannon era stato accusato di essersi appropriato di alcune donazioni raccolte con la promessa di finanziare la costruzione di un muro anti-migranti tra Messico e Usa. Secondo la commissione d’inchiesta della Camera, Bannon avrebbe sostenuto Trump nei suoi tentativi di ribaltare il risultato delle elezioni. Il diretto interessato ha motivato il suo rifiuto a testimoniare dicendo che le comunicazioni che coinvolgono il presidente USA fossero protette dal “privilegio esecutivo” (“executive privilege”), ovvero il diritto presidenziale a non rivelare alcuni argomenti al Parlamento.