È la mattina del 6 aprile, dopo una notte insonne e realizzando mano a mano che una tragedia nella notte si era compiuta, per di più ad appena 70 chilometri di distanza, ognuno di noi si è posto di fronte al dramma del terremoto che aveva colpito L’Aquila con la preoccupazione di capire cosa fare, di come muoversi, di come mettersi a disposizione per qualsiasi evenienza.
Giro di messaggini, siamo tutti allertati, il presidente dell’associazione ci avvisa che il Banco di Solidarietà di Roseto, per ordinanza prefettizia e per scelta del Comune, sarebbe stato riferimento per Roseto e per la Provincia di Teramo per quel che riguardava la raccolta e la distribuzione di aiuti per i terremotati che era previsto sarebbero stati accolti lungo la costa, solo 1200 circa nel nostro comune. La realtà era quella: rispondere ad un aiuto che ci veniva richiesto. In breve tempo viene messo a disposizione un capannone presso l’auto porto del comune dove far arrivare i grossi quantitativi di alimenti e anche di vestiario. In maniera rapidissima si sparge la voce in città della raccolta di aiuti. La nostra piccola sede, situata in paese, è stata presa d’assalto da chiunque avesse qualcosa da donare, i pochi che eravamo abbiamo fatto di tutto per ordinare al meglio la roba e poter già essere operativi per i primi aquilani che arrivavano.
La nostra piccola realtà di banco, grazie ai rapporti che in questi anni abbiamo saputo creare, mantenere con associazioni e istituzioni, ha creato una rete di coinvolgimento di volontari che non ci saremmo mai aspettati. Dagli ultras del Basket, ai gruppi parrocchiali a gente normale che portava alimenti e poi dava la disponibilità per qualche turno e tanti altri. Nel magazzino più grande, intanto, cominciavano ad arrivare i camion di alimenti, vestiario, coperte. Il martedì mattina erano operativi circa 200 volontari soprattutto ragazzi: chi selezionava il vestiario, chi preparava i pacchi di alimenti richiesti dalle varie strutture di accoglienza dove quotidianamente sono punto di riferimento tanti ragazzi con motorini, bici, macchine e che accolgono le richieste di questa povera gente.
Altri caricavano camioncini per aiuti ai paesi vicini che ospitano anche loro terremotati, perchè essendo punto di riferimento per la distribuzione, quotidianamente è un via vai di mezzi che scaricano e caricano. Le ore passavano con negli occhi i primi volti umili di chi voleva mangiare ma anche di chi da due giorni non si lavava o aveva bisogno di vestirsi. Non è facile raccontare il dramma di tanta gente scappata dalla propria casa lasciando tutto,qui aveva la possibilità di un alloggio, di mangiare, ma soprattutto doveva ed ha, attraverso noi, incontrato un luogo,una compagnia non di generosi ma di persone che da tempo si aiutano e si educano alla carità, cioè al dono di sè.Da qui nasce tutto,in fretta ,con tanti limiti,con preoccupazione,con il pensiero di poter rispondere a ciò che la realtà ci presentava ,senza fronzoli,senza teorie,senza moralismi ma con la certezza che in quell’istante ci era chiesto di giocarci con tutto noi stessi in questa vicenda.
Ormai oggi ,vigilia di Pasqua, sono 4000 le persone accolte nel nostro comune e 400 volontari che si alternano nei turni,nel magazzino grande e nella nostra sede. In sede, punto di riferimento per tanti si respira un aria di stupore e commozione per tutto ciò che quotidianamente siamo chiamati a vivere e a condividere nel rapporto diretto con la gente che viene umilmente a prendere alimenti o chiede saponi,o deve vestirsi ma attraverso questa condivisione non può non passare che ciò che soddisfa pienamente la persona è l’essere accolti da un abbraccio più grande, l’essere guardati e trattati non solo per il piatto di pasta che manca ma per l’uomo che sei, con tutto il dramma che ti porti dentro ma con la certezza che si è uomini veri in un abbraccio più grande di noi incontrabile ora,adesso. La sera tarda ci ritroviamo a sistemare la roba per la mattina seguente cercando anche di rendere la sede più accogliente possibile e raccontandoci le varie esperienze della giornata che spesso sono di stupore,di condivisione, di gratuità.
Come Ada che prima del lavoro in un bar passa in sede poi va a lavorare e la sera quando finisce rimane qui fino a tarda notte,con noi si ma con altre madri di famiglia o ragazzi che rimangono anche solo per condividere la fatica della giornata.Essendo in due strutture lontane si ha l’occasione anche di apprezzare il gran lavoro che nel magazzino i 200 ragazzi svolgono tutta la giornata coordinati da Paolo, Marino con l’aiuto di altri.
Certo non ci sentiamo più bravi di altri perchè siamo capaci di affrontare un emergenza in questa maniera, nei pochi momenti che abbiamo per guardarci negli occhi siamo capaci solo di riconoscere che la nostra piccola compagnia sta crescendo vivendo questo dramma al punto di essere riferimento come luogo non solo per i terremotati ma per tanta gente che con noi si è coinvolta coscienti di non essere una nostra capacità ma il frutto di aver affidato la nostra esistenza a chi ne è il vero senso e la vera sussistenza.
Gli amici dell’Associazione Banco di Solidarietà di Roseto degli Abruzzi